martedì 15 marzo 2016

The Good Wife. Settima stagione. 7x14.

In questo episodio vediamo Alicia tornare all'ovile, ovvero alla Lockhart/Agos/ Lee, insieme alla sua socia Lucca Quinn. Non è facile per entrambe passare dall'indipendenza del proprio studio al dover rispondere del proprio operato sia ai propri superiori che agli altri associati e questo, inizialmente, crea qualche attrito, specialmente tra Alicia e Diane. Le due sono impegnate della difesa del tecnico informatico dello studio, arrestato per furto per aver trovato un modello di tablet prodotto da Chumhum non ancora lanciato sul mercato e mostrano come al solito la loro grinta e la loro preparazione.
Nel frattempo Marissa, la figlia di Eli, si ritrova braccata da un agente dell'FBI, che continua a fare domande in giro, anche a Ruth, l'ex responsabile della campagna elettorale di Peter, e che a quanto pare è sulle tracce dello stesso Peter Florrick. Pertanto, neanche la nostra Alicia è al sicuro.

lunedì 14 marzo 2016

Principali articolazioni dell'arto inferiore.

Principali articolazioni dell'arto inferiore.

Articolazione dell'anca (coxo-femorale):
Risulta vitale nello scaricare il peso corporeo. Si tratta di un'enartrosi che si instaura tra la fossa dell'acetabolo dell'anca e la testa del femore. I capi articolari dovrebbero assicurare tutti i tipi di movimenti, flessione/estensione-abduzione/adduzione-circonduzione/rotazione, ma, tuttavia, i movimenti rotatori sono impediti dalla presenza dell'anca.
Il principale mezzo di fissità è la vasta capsula fibrosa che origina medialmente al margine dell'acetabolo fino alla linea intertrocanterica anteriormente e posteriormente fino alla metà del collo anatomico del femore.
I principali legamenti sono:
  • Legamento della testa del femore: dalla fossa dell'acetabolo fino alla fovea capitis della testa del femore. Non permette che il femore si distacchi dall'articolazione durante i movimenti.
  • Legamento ileo-femorale: dalla parte superiore del labbro dell'acetabolo verso il grande trocantere e la parte più bassa della linea intertrocanterica.
  • Legamento pubo-femorale: dal braccio ileopubico fino al piccolo trocantere del femore.
  • Legamento ischio-femorale: dalla parte ischiatica dell'anca fino alla fossa intertrocanterica.
  • Legamento zonoorbicolare: dal labbro dell'acetabolo e circonda il collo del femore.

Articolazione del ginocchio:
È di difficile classificazione. Per i capi articolari si può parlare di una condiloartrosi tra i condili del femore e le fossette sugli epicondili della tibia, ma i movimenti sono fortemente limitati alla semplice flessione/estensione, pertanto è più simile a un ginglimo angolare. Per colmare le disparità articolari ci sono i menischi, strutture fibrose, uno mediale, a forma di C, e uno laterale, di forma grossolanamente circolare. Tra la rotula (osso sesamoide) e il femore si instaura un'artrodia, che permette movimenti di scivolamento.
Il principale mezzo di fissità è la vasta capsula fibrosa che si estende dai condili del femore, posteriormente, e da sotto la rotula anteriormente, fino alla testa della tibia.
I principali legamenti sono:
  • Legamento trasverso del ginocchio: continuo del menisco mediale, si porta sulla faccia anteriore della tibia.
  • Legamento anteriore (o patellare): si tratta del tendine di inserzione del quadricipite femorale.
  • Legamento collaterale tibiale (o mediale): dal condilo mediale del femore fino al condilo mediale della tibia.
  • Legamento collaterale fibulare (o laterale): dal condilo laterale del femore fino alla testa della fibula.
  • Legamento posteriore: formato dai gusci dei condili, ispessimenti della capsula articolare a livello di ciascun condilo e dal legamento mediano, che occupa lo spazio intercondiloideo.
  • Legamento crociato anteriore: dall'eminenza intercondiloidea della tibia al condilo laterale del femore.
  • Legamento crociato posteriore: da una superficie posteriore all'eminenza intercondiloidea della tibia al condilo mediale del femore.

Articolazione tibio-tarsica:
Si tratta di un ginglimo angolare tra il mortaio tibio-fibulare e la troclea astragalea. Permette movimenti di flessione/estensione.
Il principale mezzo di fissità è la vasta capsula fibrosa che si inserisce sui bordi del mortaio tibio-fibulare e sulla superficie articolare dell'astragalo.
I principali legamenti sono:
  • Legamento tibionavicolare: dalla tibia si inserisce sulle facce dorsale e interna dello scafoide.
  • Legamento tibioastragaleo anteriore: dalla tibia si inserisce sulla faccia interna del collo dell'astragalo.
  • Legamento tibioastragaleo posteriore: dalla tibia alla faccia mediale dell'astragalo.
  • Legamento fibuloastragaleo anteriore: dal malleolo laterale alla faccia esterna dell'astragalo.
  • Legamento fibuloastragaleo posteriore: dal terzo posteriore del malleolo laterale al processo posteriore dell'astragalo.
  • Legamento fibulocalcaneale: dal malleolo laterale alla faccia esterna del calcagno.

domenica 13 marzo 2016

Principali articolazioni dell'arto superiore.

Principali articolazioni dell'arto superiore.

Articolazione della spalla (scapolo-omerale):
Si tratta di un'enartrosi che si instaura tra la cavità glenoidea della scapola (parte cava) e la testa dell'omero (a forma di semisfera). Permette tutti i tipi di movimento: flessione/estensione-abduzione/adduzione-circonduzione/rotazione.
Il principale mezzo di fissità è la vasta capsula fibrosa che si fissa sul collo anatomico dell'omero e sulla faccia più esterna del labbro glenoideo della scapola.
I principali legamenti sono:
  • Legamento gleno-omerale superiore: dalla parte superiore del labbro glenoideo fino alla piccola tuberosità dell'omero.
  • Legamento gleno-omerale mediale: dal margine mediale del labbro glenoideo fino alla radice della piccola tuberosità dell'omero.
  • Legamento gleno-omerale inferiore: dal margine inferiore del labbro glenoideo fino al collo anatomico dell'omero.
  • Legamento coraco-omerale: legamento a distanza, dal processo coracoideo della scapola fino alla grande tuberosità dell'omero.

Articolazione del gomito:
Si tratta di un'articolazione piuttosto complessa, che ne comprende tre. Una condiloartrosi che si instaura tra il condilo omerale e la fossetta del capitello del radio, che permette, a gomito flesso, movimenti di lateralità; un ginglimo angolare tra la troclea omerale e la fossetta semilunare dell'ulna, che permette movimenti di flessione ed estensione e infine un ginglimo laterale tra l'incisura radiale dell'ulna (che rappresenta il cilindro concavo) e la circonferenza articolare del radio (che rappresenta il cilindro convesso), che permette movimenti di pronazione e supinazione.
Il principale mezzo di fissità è la vasta capsula fibrosa che si estende prevalentemente sull'omero, mentre su radio e ulna ricopre solamente i capi articolare, e la membrana interossea, che si estende tra i margini mediali di ulna e radio fino all'articolazione radio-ulnare distale (un altro ginglimo angolare).
I principali legamenti sono:
  • Legamento collaterale radiale (o laterale): dall'epicondilo laterale dell'omero si divide in tre fasci. Circonda il radio per poi fissarsi sull'olecrano dell'ulna e sul processo coronoideo dell'ulna. A esso si appoggia il legamento anulare del radio, che circonda il capitello del radio.
  • Legamento collaterale ulnare (o mediale): dall'epitroclea (epicondilo mediale) si divide in tre fasci. Si estende fino al processo coronoideo dell'ulna e all'olecrano e tra entrambi.
  • Legamento quadrato: dalla base della fossa radiale ulnare fino al margine inferiore della circonferenza articolare del radio.

Articolazione radio-carpica:
Si tratta di una condiloartrosi, che permette movimenti di lateralità tra il radio e la fila prossimale del carpo. Più precisamente, tra la faccetta articolare del radio, a doppia concavità, e le faccette convesse di scafoide e semilunare. L'ulna non entra in gioco nell'articolazione perché presenta alla base un disco fibro-cartilagineo, che si articola con il pisiforme e il piramidale.
Il principale mezzo di fissità è la vasta capsula fibrosa che si estende dalla base del radio fino alla fila distale del radio.
I principali legamenti sono:
  • Legamento radio-carpico palmare: si estende dalla faccetta articolare del radio fino allo scafoide e al semilunare, per poi raggiungere anche il piramidale.
  • Legamento radio-carpico collaterale: dal processo stiloideo del radio fino al trapezio.
  • Legamento radio-carpico dorsale: formato da due fascicoli. Il primo parte dal processo stiloideo del radio fino allo scafoide, mentre il secondo parte dalla faccia dorsale del radio fino al piramidale e al semilunare.
  • Legamento collaterale ulnare del carpo: dal processo stiloideo dell'ulna fino al pisiforme e al piramidale.

sabato 12 marzo 2016

Nervi encefalici.

Nervi encefalici.

Il nevrasse è connesso alla periferia da 12 paia di nervi encefalici, indicati con i numeri romani. A differenza dei nervi spinali, che presentano tutti sia la componente sensitiva che motoria e sono pertanto misti, i nervi encefalici possono avere solo una o due componenti.
Sono esclusivamente sensitivi il I paio di nervi, il II e l'VIII.
Sono esclusivamente motori il III paio di nervi, il IV, il VI, l'XI e il XII.
Sono misti il V paio di nervi (anche se prevale la componente somatica), il VII, il IX e il X.
Originano tutti dal tronco encefalico, tranne il I paio, che origina dal telencefalo, e il II paio, che origina dal diencefalo.

Passiamo alla descrizione dei singoli nervi:
  • I paio, nervo olfattivo: esclusivamente sensitivo. Componente somato-sensitiva responsabile della sensibilità speciale, ovvero del senso dell'olfatto. L'origine reale è dalle cellule olfattive della mucosa nasale, mentre quella apparente è dal bulbo olfattivo, al quale arriva attraversando la lamina cribrosa dell'etmoide.
  • II paio, nervo ottico: esclusivamente sensitivo. Componente somato-sensitiva responsabile della sensibilità speciale, ovvero del senso della vista. L'origine reale è dalle cellule multipolari della retina, mentre quella apparente è dal chiasma ottico, al quale arrivano attraversando il foro ottico dello sfenoide. È considerato un annesso diencefalico.
  • III paio, nervo oculomotore: esclusivamente motorio. La componente motore-somatica innerva i muscoli retto superiore, retto inferiore, retto mediale, obliquo inferiore ed elevatore della palpebra superiore, tutti dell'occhio. Componente viscero-effettrice innerva i muscoli sfintere della pupilla e ciliare. L'origine reale è a livello dei nuclei principale e centrale del mesencefalo, per quanto riguarda la componente motore-somatica, mentre a per quella viscero-effettrice è dal nucleo di Edinger e Westphal, l'origine apparente è dalla faccia posteriore del mesencefalo, fra il contorno mediale del peduncolo cerebrale e la fossa interpeduncolare.
  • IV paio, nervo trocleare: esclusivamente motorio. La componente motore-somatica innerva il muscolo obliquo superiore dell'occhio. L'origine reale è nel mesencefalo, mentre quella apparente è all'altezza dei tubercoli quadrigemelli inferiori. I due nervi si portano nella cavità orbitaria attraverso la fessura orbitaria superiore.
  • V paio, nervo trigemino: misto, ma prevalentemente somatico. Si divide in tre branche, oftalmica, mascellare e mandibolare. La componente motore-somatica innerva i muscoli masticatori. La componente somato-sensitiva per la sensibilità esterocettiva di faccia, cavità nasali e cavità orale, denti, cuoio capelluto, dura madre e sensibilità propiocettiva per i muscoli masticatori, della faccia e dell’orbita. L'origine reale è dal ganglio semilunare di Gasser, mentre quella apparente è dalla faccia antero-laterale del ponte.
  • VI paio, nervo abducente: esclusivamente motore. La componente motore-somatica innerva il muscolo retto laterale dell'occhio. L'origine reale è nel nucleo somatomotore nella callotta del ponte, subito al di sotto del quarto ventricolo, mentre quella apparente è a livello del solco bulbo-pontino. Entra nell'orbita attraverso la fessura orbitaria superiore.
  • VII paio, nervo facciale: misto. Costituito dalla branca del facciale propriamente detto e dal nervo intermedio. La componente motore-somatica innerva i muscoli mimici ed elevatori dell'osso ioide. La componente viscero-effettrice innerva le ghiandole lacrimali, della mucosa nasale e del palato, sottomandibolari e sottolinguali. La componente somato-sensitiva innerva la cute dell'orecchio esterno. La componente viscero-sensitiva innerva le papille gustative anteriori. L'origine reale è nella callotta del ponte, mentre quella apparente è nel solco retrolivare.
  • VIII paio, nervo statoacustico: esclusivamente sensitivo. Costituito da due branche, quella cocleare, per gli stimoli acustici e il nervo vestibolare per gli stimoli relativi all'equilibrio statico e dinamico. Componente somato-sensitiva responsabile della sensibilità speciale, ovvero del senso dell'udito. L'origine reale è nel ganglio spirale (nervo cocleare) e nel ganglio vestibolare del meato acustico (nervo vestibolare), mentre quella apparente nel solco retrolivare.
  • IX paio, nervo glossofaringeo: misto. La componente motore-somatica innerva i muscoli della faringe. La componente viscero-effettrice innerva la parotide. La componente somato-sensitiva innerva il timpano. La componente viscero-sensitiva innerva le papille gustative posteriori, il glomo e il seno carotideo. L'origine reale è dal nucleo ambiguo (componente somatomotrice) e dal nucleo salivatorio inferiore nel midollo allungato, mentre quella apparente è dal solco laterale posteriore del midollo allungato.
  • X paio, nervo vago: misto. La componente motore somatica innerva i muscoli faringei. La componente viscero-effettrice la zona di collo, torace e addome. La componente somato-sensitivo innerva il padiglione auricolare. La componente viscero-sensitiva innerva gli organi di collo, torace e addome, il glomo e il seno aortico. L'origine reale è dal nucleo ambiguo (componente somatomotrice) e dal nucleo motore dorsale del vago nel midollo allungato, mentre quella apparente è dal solco laterale posteriore del midollo allungato.
  • XI paio, nervo accessorio: esclusivamente motorio. La componente motore-somatica innerva il muscolo sternocleidomastoideo e il muscolo trapezio. L'origine reale è dal nucleo del nervo accessorio del vago nel midollo allungato, mentre quella apparente è dal solco laterale posteriore del midollo allungato.
  • XII paio, nervo ipoglosso: esclusivamente motorio. La componente motore-somatica innerva i muscoli della lingua. L'origine reale è dal nucleo dell'ipoglosso nel midollo allungato, mentre quella apparente è dal solco laterale anteriore del midollo allungato.


venerdì 11 marzo 2016

Plesso sacrale.

Plesso sacrale.

Comprende i rami anteriori dei nervi spinali S1-S2 e parte di S3 e il tronco lombosacrale (L5 e parte di L4). Si trova nella cavità pelvica e ha la forma di un triangolo con base verso l'osso sacro e apice verso il grande forame ischiatico. È addossato alla faccia anteriore del muscolo piriforme e tramite la fascia pelvica contrae rapporti con il retto.
Dal plesso originano i seguenti nervi:
  • Nervo gluteo superiore (da L4-L5 e S1): esclusivamente motorio, innerva i muscoli medio e piccolo gluteo e il tensore della fascia lata.
  • Nervo gluteo inferiore (da L5-S1 e S2): esclusivamente motorio, innerva il muscolo grande gluteo e il tensore della fascia lata.
  • Nervo femoro-cutaneo posteriore (da S1 a S3): esclusivamente sensitivo, innerva la cute della parte inferiore della natica, il perineo e la regione posteriore della coscia.
  • Nervo ischiatico, o sciatico, (da L4 a S3): la componente motoria innerva i muscoli posteriori della coscia, mentre quella sensitiva innerva la cute della regione posteriore della coscia.
  • Nervo peroniero comune (da L4 a S2): la componente motoria innerva il capo breve del bicipite femorale, i muscoli peronieri, il tibiale anteriore e gli estensori del piede, mentre la componente sensitiva innerva la cute della regione antero-laterale della gamba e dorsale del piede.
  • Nervo tibiale (da L4 a S3): la componente motoria innerva i muscoli posteriori della gamba e la pianta del piede, mentre quella sensitiva innerva la cute della regione posteriore della gamba e la regione plantare del piede.
  • Nervo pudendo (rami anteriore da S2 a S4): fornisce rami per gli organi genitali, la parte terminale dell'intestino e le vie urinarie e per la cute del perineo.

giovedì 10 marzo 2016

Plesso lombare.

Plesso lombare.

Comprende i rami anteriori dei nervi spinali da L1 a L3 e parte di L4, con partecipazione di T12. Ogni ramo anteriore si divide in tre rami: due periferici e uno anastomotico per il nervo sottostante. È contenuto nel muscolo grande psoas, di forma triangolare, con base rivolta verso la colonna vertebrale e apice rivolto verso il basso.
Dal plesso originano i seguenti nervi:
  • Nervo ileoipogastrico (da L1): la componente motoria innerva i muscoli larghi dell'addome, il muscolo retto dell'addome e il muscolo piramidale, mentre quella sensitiva, innerva la cute della regione ipogastrica, la natica e i genitali esterni.
  • Nervo ileoinguinale (da L1): la componente motoria innerva i muscoli obliquo esterno, interno e trasverso dell'addome, mentre quella sensitiva, innerva la cute della regione ipogastrica, la natica, i genitali esterni e la faccia mediale della coscia.
  • Nervo genitofemorale (da L1 e L2): la componente motoria innerva il muscolo cremastere, mentre quella sensitiva, innerva la cute dei genitali esterni e la parte anterosuperiore della coscia.
  • Nervo cutaneo laterale della coscia (da L2 e L3): esclusivamente sensitivo, innerva la cute laterale della coscia e parte della cute della natica.
  • Nervo femorale (da L1 a L4): la radice superiore origina dall'ansa anastomotica fra L2 e L3, la radice media da L3 e la radice inferiore da L4. La componente muscolare innerva il muscolo ileopsoas, i muscoli anteriori della coscia e parte dei mediali, mentre quella sensitiva innerva la regione anteromediale della coscia e della gamba e la regione dorsomediale del piede.
  • Nervo otturatorio (da L2 a L4): la radice superiore origina dall'ansa anastomotica fra L2 e L3, la radice media da L3 e la radice inferiore da L4. La componente motoria innerva il muscolo otturatorio esterno e la loggia mediale della coscia, tranne il pettineo, mentre la componente sensitiva innerva la cute della metà inferiore della faccia mediale della coscia, le articolazioni di anca e ginocchio e la regione cutanea anterolaterale di ginocchio, gamba e piede.

mercoledì 9 marzo 2016

Plesso brachiale.

Plesso brachiale.

Comprende i rami anteriori dei nervi spinali da C5 a C8, compreso inoltre T1, e rami anastomotici da C4 e T2. Si trova alla base del collo, nel “triangolo degli scaleni”, regione anatomica delimitata dai muscoli scaleno anteriore, medio e posteriore.
I rami anteriori si uniscono a formare i tronchi primari:
  • Tronco primario superiore: rami anteriori di C5 e C6, contributo ramo anastomotico discendente di C4.
  • Tronco primario medio: continuazione diretta del ramo anteriore di C7.
  • Tronco primario inferiore: rami anteriori di C8 e T1, con contributo del ramo anastomotico ascendente di T2.
I tronchi primari si dividono in un ramo anteriore e uno posteriore e, dall'unione di questi, si formano i tronchi secondari, denominati in base alla loro posizione rispetto all'ascella:
  • Tronco secondario posteriore: dai rami posteriori di tutti e tre i tronchi primari.
  • Tronco secondario mediale: continuazione diretta del ramo anteriore del tronco primario inferiore.
  • Tronco secondario laterale: dai rami anteriori del tronchi primari medio e superiore.
Dal plesso originano i seguenti nervi:
  • Nervo muscolo-cutaneo: origina dal tronco secondario laterale. La componente motoria innerva i muscoli anteriori del braccio, mentre quella sensitiva, cutanea, la regione dorsale di braccio, avambraccio e mano.
  • Nervo radiale: origina dal tronco secondario posteriore. La componente motoria innerva i muscoli posteriori di braccio e avambraccio e anche i muscoli laterali dell'avambraccio, mentre quella sensitiva, cutanea, la regione dorsale di braccio, avambraccio e mano.
  • Nervo ulnare: origina dal tronco secondario mediale. La componente motoria innerva i muscoli flessori di avambraccio e mano, mentre quella sensitiva, cutanea, la regione anteriore e posteriore della mano (parte ulnare), il V dito e la metà del IV dito.
  • Nervo ascellare: origina dal tronco secondario posteriore. La componente muscolare innerva il deltoide e l'articolazione scapolo-omerale, mentre quella sensitiva, cutanea, la regione deltoidea.
  • Nervo mediano: origina dai tronchi secondari laterale e mediale. La componente motoria innerva i muscoli flessori dell'avambraccio e della mano, mentre quella sensitiva, cutanea, la regione anteriore del polso, del palmo della mano (parte radiale), la faccia palmare delle prime tre dita e la metà radiale del IV dito.
  • Nervo cutaneo mediale del braccio: origina dal ramo inferiore del tronco secondario mediale. È esclusivamente sensitivo e innerva la regione cutanea dell'ascella e la faccia mediale del braccio.
  • Nervo cutaneo mediale dell'avambraccio: origina dal ramo inferiore del tronco secondario mediale. È esclusivamente sensitivo e innerva la regione cutanea della faccia mediale dell'avambraccio.

martedì 8 marzo 2016

Plesso cervicale.

Plesso cervicale.

Comprende i rami anteriori dei nervi spinali da C1 a C4, più un'anastomosi con C5. Ogni ramo si divide in un ramo ascendente e uno discendente. Il ramo discendente di C1 si unisce al ramo ascendente di C2 e forma l'ansa cervicale superiore, o atlantoidea; C2 e C3 formano l'ansa cervicale media o epistrofeica, mentre il ramo discendente di C4 si anastomizza con il ramo anteriore di C5 formando l'ansa cervicale inferiore.
Entra in rapporto medialmente con il fascio vascolo-nervoso del collo. Si trova profondamente nel collo, davanti ai processi trasversi delle vertebre cervicali, occupa l'interstizio delimitato dal muscolo scaleno anteriore e dai muscoli lunghi del collo e della testa, anteromedialmente, e dai muscoli splenio del collo, scaleno medio ed elevatore della scapola posterolateralmente.

Dal plesso originano i seguenti nervi:
  • Nervo del muscolo sternocleidomastoideo (da C3): motorio, innerva lo sternocleidomastoideo e il trapezio.
  • Nervo del muscolo trapezio (da C3 e C4): motorio, innerva il muscolo trapezio.
  • Nervo cervicale discendente (da C2 e C3): motorio, innerva i muscoli sottoioidei.
  • Nervo frenico (da C3-C4 e C5): la componente motoria innerva il diaframma, mentre quella sensitiva ha fibre per il pericardio e le pleure polmonari.
  • Nervo piccolo occipitale (da C2-C3): sensitivo, cutaneo, innerva la regione occipitale.
  • Nervo grande auricolare (da C3): sensitivo, cutaneo, innerva il padiglione auricolare, la regione mastoidea e quella temporale.
  • Nervo trasverso del collo (da C3): sensitivo, cutaneo, innerva la regione sopraioidea e sottoioidea.
  • Nervo sopraclavicolare (da C3 e C4): sensitivo, cutaneo, innerva la fossa clavicolare, parte laterale del collo e la parete anteriore del torace fino alla IV costa.

lunedì 7 marzo 2016

Muscoli della gamba.

Muscoli della gamba.

Anteriori:

Tibiale anteriore:
  • Origine: faccia laterale della tibia. Membrana interossea.
  • Inserzione: superficie mediale dell'osso cuneiforme mediale. Base del primo osso metatarsale.
  • Innervazione: nervo peroniero profondo.
  • Azione: flette dorsalmente il piede e ne permette l'inversione.

Peroniero terzo:
  • Origine: metà inferiore della faccia mediale della fibula. Membrana interossea.
  • Inserzione: faccia dorsale del quinto osso metatarsale.
  • Innervazione: nervo peroniero profondo.
  • Azione: flette dorsalmente il piede e ne permette l'eversione.

Estensore lungo delle dita:
  • Origine: condilo laterale della tibia. Membrana interossea. Testa e margine anteriore della fibula.
  • Inserzione: base della falange media (dal 2° al 5° dito). Base della falange distale (dal 2° al 5° dito).
  • Innervazione: nervo peroniero profondo.
  • Azione: flette dorsalmente le ultime quattro dita del piede, partecipa alla flessione dorsale del piede e all'eversione.

Estensore lungo dell'alluce:
  • Origine: 1/3 medio della faccia mediale della fibula. Membrana interossea.
  • Inserzione: superficie dorsale della base della falange distale dell'alluce.
  • Innervazione: nervo peroniero profondo.
  • Azione: flette dorsalmente l'alluce e partecipa alla flessione dorsale del piede.

Laterali:

Peroniero lungo:
  • Origine: testa e faccia laterale della fibula.
  • Inserzione: cuneiforme mediale. Tuberosità del 1° osso metatarsale.
  • Innervazione: nervo peroniero superficiale.
  • Azione: azione di eversione e di flessione plantare del piede.

Peroniero breve:
  • Origine: 1/3 medio della faccia laterale della fibula.
  • Inserzione: tuberosità del 5° metatarsale.
  • Innervazione: nervo peroniero superficiale.
  • Azione: contribuisce all'eversione del piede.

Posteriori:

Superficiali:

Tricipite della sura:
  • Origine: epicondilo e superficie posteriore del condilo mediale del femore. (capo mediale del gastrocnemio). Epicondilo e superficie posteriore del condilo laterale del femore (capo laterale del gastrocnemio). Testa e faccia posteriore della fibula. (soleo).
  • Inserzione: tuberosità del calcagno. (mediante tendine di Achille).
  • Innervazione: nervo tibiale.
  • Azione: flette plantarmente il piede e ne determina l'inversione. Mediante i capi del gastrocnemio flette la gamba sulla coscia. A piede fisso al suolo estende la gamba sul piede e interviene nel mantenimento della postura e nella deambulazione.

Plantare:
  • Origine: condilo laterale del femore. Faccia posteriore della capsula articolare del ginocchio.
  • Inserzione: parte mediale della faccia posteriore del calcagno.
  • Innervazione: nervo tibiale.
  • Azione: partecipa all'azione del tricipite della sura.

Profondi:

Popliteo:
  • Origine: epicondilo laterale del femore. Faccia posteriore della capsula articolare del ginocchio.
  • Inserzione: faccia posteriore della tibia.
  • Innervazione: nervo tibiale.
  • Azione: flette la gamba sulla coscia e la intraruota.

Flessore lungo dell'alluce:
  • Origine: 2/3 inferiori della faccia posteriore della fibula. Membrana interossea. Setto intermuscolare posteriore.
  • Inserzione: superficie plantare della base della falange distale dell'alluce.
  • Innervazione: nervo tibiale.
  • Azione: flette l'alluce, collabora nella flessione delle altre dita, nella flessione plantare e nell'inversione del piede.

Tibiale posteriore:
  • Origine: faccia posteriore della tibia. Membrana interossea. Faccia mediale della fibula.
  • Inserzione: tuberosità del navicolare. Superficie plantare dei tre cuneiformi.
  • Innervazione: nervo tibiale.
  • Azione: flette plantarmente il piede e ne determina l'inversione. Partecipa al mantenimento della stazione eretta e alla deambulazione.

Flessore lungo delle dita:
  • Origine: faccia posteriore della tibia.
  • Inserzione: superfici plantari delle basi delle falangi distali (dal 2° al 5° dito).
  • Innervazione: nervo tibiale.
  • Azione: flette le ultime quattro dita e, successivamente, flette plantarmente il piede e ne determina l'inversione.

domenica 6 marzo 2016

Muscoli della coscia.

Muscoli della coscia.

Anteriori:

Sartorio:
  • Origine: spina iliaca anteriore superiore.
  • Inserzione:estremità superiore della faccia mediale della tibia.
  • Innervazione: nervo femorale.
  • Azione: flette la gamba sulla coscia e la coscia sul bacino. Adduce ed extraruota la coscia. L'insieme di questo movimento permette l'accavallamento degli arti inferiori, posizione tipica dei sarti, per questo il muscolo è chiamato sartorio.

Tensore della fascia lata:
  • Origine: spina iliaca anteriore superiore.
  • Inserzione: condilo laterale della tibia.
  • Innervazione: nervo gluteo superiore.
  • Azione: tende la fascia lata, flette e abduce la coscia. Estende la gamba sulla coscia.

Quadricipite femorale:
  • Origine: spina iliaca anteriore inferiore/ contorno superficiale dell'acetabolo. (retto del femore). Faccia laterale del grande trocantere/ labbro laterale della linea aspra (vasto laterale). Collo anatomico del femore/ labbro mediale della linea aspra (vasto mediale). ¾ prossimali delle facce anteriori e laterali del corpo del femore/ labbro laterale della linea aspra (vasto intermedio).
  • Inserzione: i tendini dei quattro capi si uniscono al livello della patella, per poi inserirsi sulla tuberosità tibiale.
  • Innervazione: nervo femorale.
  • Azione: uno dei muscoli più importanti per il mantenimento della stazione eretta e per la deambulazione. Estende la gamba sulla coscia e, con il retto del femore, unico capo bi-articolare, flette la coscia sul bacino.

Mediali:

Gracile:
  • Origine: faccia anteriore del ramo ischiopubico.
  • Inserzione: parte superficiale della faccia mediale della tibia.
  • Innervazione: nervo otturatorio.
  • Azione: adduce la coscia, flette e intraruota la gamba.

Pettineo:
  • Origine: cresta pettinea dell'eminenza ileopubica.
  • Inserzione: linea pettinea del femore.
  • Innervazione: nervo femorale.
  • Azione: adduce, flette ed extraruota la coscia.

Adduttore lungo:
  • Origine: ramo superficiale del pube.
  • Inserzione: labbro mediale della linea aspra del femore.
  • Innervazione: nervo otturatorio.
  • Azione: adduce, flette ed extraruota la coscia.

Adduttore breve:
  • Origine: faccia anteriore del ramo superficiale del pube.
  • Inserzione: 1/3 superiore del labbro mediale della linea aspra del femore.
  • Innervazione: nervo otturatorio.
  • Azione: adduce, flette ed extraruota la coscia.

Grande adduttore:
  • Origine: faccia anteriore del ramo ischiopubico. Tuberosità ischiatica.
  • Inserzione: 2/3 distali del labbro mediale della linea aspra del femore.
  • Innervazione: nervo otturatorio e nervo tibiale.
  • Azione: adduce ed extraruota la coscia e contribuisce a mantenere la stazione eretta.

Posteriori:

Bicipite femorale:
  • Origine: Tuberosità ischiatica. (capo lungo). 1/3 medio del labbro laterale della linea aspra del femore. (capo breve).
  • Inserzione: testa della fibula. Condilo laterale della tibia.
  • Innervazione: nervo tibiale (capo lungo), nervo peroniero (capo breve).
  • Azione: estende la coscia sulla gamba, flette la gamba sulla coscia e la extraruota.

Semitendinoso:
  • Origine: Tuberosità ischiatica.
  • Inserzione: parte superiore della faccia mediale della tibia.
  • Innervazione: nervo tibiale.
  • Azione: estende la coscia sul bacino, flette la gamba sulla coscia e la intraruota.

Semimembranoso:
  • Origine: Tuberosità ischiatica.
  • Inserzione: condilo mediale della tibia. Condilo laterale del femore. Fascia del muscolo popliteo.
  • Innervazione: nervo tibiale.
  • Azione: estende la coscia sul bacino, flette la gamba sulla coscia e la intraruota.

sabato 5 marzo 2016

Muscoli dell'anca.

Muscoli dell'anca.

Interni:

Ileopsoas:
  • Origine: arcate fibrose delle vertebre t12-l4 (muscolo grande psoas). 2/3 superiori della fossa iliaca (muscolo iliaco)
  • Inserzione: piccolo trocantere del femore.
  • Innervazione: plesso lombare.
  • Azione: flette, adduce ed extraruota la coscia. Se prende punto fisso sul femore flette il tronco e lo inclina dal proprio lato.

Piccolo psoas:
  • Origine: corpi di t12/l1 e disco interposto.
  • Inserzione: eminenza ileopubica e fascia iliaca.
  • Innervazione: plesso lombare
  • Azione: tende la fascia iliaca e partecipa alla flessione del tronco.

Esterni:

Grande gluteo:
  • Origine: cresta iliaca/linea glutea. Fascia toracolombare. Superfici laterali del sacro e del coccige.
  • Inserzione: tuberosità glutea del femore, tratto ileotibiale.
  • Innervazione: nervo gluteo inferiore.
  • Azione: estende ed extraruota la coscia. Se prende punto fisso sul femore, estende il bacino e partecipa al mantenimento della stazione eretta e alla deambulazione.

Medio gluteo:
  • Origine: fascia glutea, cresta iliaca, spina iliaca anteriore superiore, regione compresa tra le linee glutee anteriore e posteriore.
  • Inserzione: faccia esterna del grande trocantere del femore.
  • Innervazione: nervo gluteo superiore.
  • Azione: abduce la coscia. Con i fasci anteriore la intraruota, mentre con quelli posteriori la extraruota. Se prende punto fisso sul femore, estende e inclina lateralmente il bacino.

Piccolo gluteo:
  • Origine: cresta iliaca, regione compresa tra le linee glutee anteriore e inferiore.
  • Inserzione: margine anteriore del grande trocantere del femore.
  • Innervazione: nervo gluteo superiore.
  • Azione: abduce e intraruota la coscia. Se prende punto fisso sul femore estende il bacino e lo inclina dal proprio lato.

Piriforme:
  • Origine: faccia pelvica dell'osso sacro, margine della grande incisura ischiatica.
  • Inserzione: estremità superiore della superficie interna del grande trocantere del femore.
  • Innervazione: plesso sacrale.
  • Azione: extraruota e abduce il femore. Stabilizza l'articolazione dell'anca.

Otturatorio esterno:
  • Origine: superficie esterna del foro otturatorio.
  • Inserzione: fossa trocanterica.
  • Innervazione: nervo otturatorio.
  • Azione: extraruota la coscia e stabilizza l'articolazione dell'anca.

Otturatorio interno:
  • Origine: margine interno del foro otturatorio. Superficie ossea tra foro otturatorio e grande incisura ischiatica.
  • Inserzione: fossa trocanterica.
  • Innervazione: nervo otturatorio interno.
  • Azione: ruota lateralmente la coscia e stabilizza l'articolazione dell'anca.

Gemello superiore:
  • Origine: margine inferiore della spina ischiatica.
  • Inserzione: fossa trocanterica.
  • Innervazione: collaterali del plesso sacrale.
  • Azione: extraruota la coscia e stabilizza l'articolazione dell'anca.

Gemello inferiore:
  • Origine: tuberosità ischiatica.
  • Inserzione: fossa trocanterica.
  • Innervazione: collaterali del plesso sacrale.
  • Azione: extraruota la coscia e stabilizza l'articolazione dell'anca.

Quadrato del femore:
  • Origine: faccia esterna della tuberosità ischiatica.
  • Inserzione: base del grande trocantere. Cresta intertrocanterica.
  • Innervazione: collaterali del plesso sacrale.
  • Azione: extraruota la coscia e stabilizza l'articolazione dell'anca.

venerdì 4 marzo 2016

Muscoli dell'avambraccio.

Muscoli dell'avambraccio.

Anteriori:

Primo strato:

Pronatore rotondo:
  • Origine: epitroclea (capo omerale). Processo coronoideo dell'ulna. (capo ulnare).
  • Inserzione: metà della faccia laterale del radio.
  • Innervazione: nervo mediano.
  • Azione: prona l'avambraccio e, a pronazione completa, lo flette.

Palmare lungo:
  • Origine: epitroclea e fascia antibrachiale.
  • Inserzione: aponeurosi palmare.
  • Innervazione: nervo mediano.
  • Azione: tende l'aponeurosi palmare e flette la mano sull'avambraccio.

Flessore radiale del carpo:
  • Origine: epitroclea e fascia antibrachiale.
  • Inserzione: base secondo osso metacarpale.
  • Innervazione: nervo mediano.
  • Azione: flette e adduce la mano. Flette e contribuisce a pronare l'avambraccio.

Flessore ulnare del carpo:
  • Origine: epitroclea e fascia antibrachiale (capo omerale). Margine mediale dell'olecrano e 2/3 superiori del margine posteriore dell'ulna.
  • Inserzione: osso pisiforme, uncinato e quinto osso metacarpale.
  • Innervazione: nervo ulnare.
  • Azione: flette e adduce la mano e contribuisce a supinare la mano pronata.

Secondo strato:

Flessore superficiale delle dita:
  • Origine: epitroclea e processo coronoideo dell'ulna. (capo omero-ulnare). Parte prossimale faccia anteriore del radio. (capo radiale).
  • Inserzione: parte laterale della faccia palmare delle falangi medie. (dal 2° al 5° dito)
  • Innervazione: nervo mediano.
  • Azione: flette le falangi medie dal 2° al 5° dito. Ultimata la flessione delle dita, può flettere la mano sull'avambraccio.

Terzo strato:

Flessore profondo delle dita:
  • Origine: 2/3 superiori facce anteriore e mediale dell'ulna, membrana interossea, margine interosseo del radio, sotto la tuberosità.
  • Inserzione: faccia palmare delle falangi distali. (dal 2° al 5° dito).
  • Innervazione: nervo mediano e ulnare.
  • Azione: flette le falangi distali dal 2° al 5° dito. Coopera alla flessione delle altre falangi e alla flessione della mano.

Flessore lungo del pollice:
  • Origine: 2/3 prossimali faccia anteriore del radio, membrana interossea, processo coronoideo dell'ulna.
  • Inserzione: faccia palmare falange distale del pollice.
  • Innervazione: nervo mediano.
  • Azione: flette la falange distale del pollice.

Quarto strato:

Pronatore quadrato:
  • Origine: faccia e margine anteriore del ¼ distale dell'ulna
  • Inserzione: faccia e margine anteriore del ¼ distale del radio.
  • Innervazione: nervo mediano.
  • Azione: prona l'avambraccio.
Laterali:

Brachioradiale:
  • Origine: epicondilo laterale dell'omero e cresta sopracondiloidea laterale.
  • Inserzione: processo stiloideo del radio.
  • Innervazione: nervo radiale.
  • Azione: flette l'avambraccio sul braccio e lo mantiene in una posizione intermedia tra pronazione e supinazione.

Estensore radiale lungo del carpo:
  • Origine: epicondilo laterale dell'omero e cresta sopracondiloidea laterale, al di sotto del brachioradiale.
  • Inserzione: faccia dorsale della base del secondo osso metacarpale.
  • Innervazione: nervo radiale.
  • Azione: estende e abduce la mano.

Estensore radiale breve del carpo:
  • Origine: epicondilo laterale dell'omero, fascia antibrachiale e capsula articolare del gomito.
  • Inserzione: faccia dorsale della base del terzo osso metacarpale
  • Innervazione: nervo radiale.
  • Azione: estende e abduce la mano.

Posteriori:

Strato superficiale:

Estensore delle dita:
  • Origine: epicondilo laterale dell'omero e fascia antibrachiale.
  • Inserzione: faccia dorsale della base delle falangi medie (dal 2° al 5° dito). Base delle falangi distali. (dal 2° al 5° dito).
  • Innervazione: nervo radiale.
  • Azione: estende le ultime quattro dita e coopera all'estensione della mano sull'avambraccio.

Estensore ulnare del carpo:
  • Origine: epicondilo laterale dell'omero, fascia antibrachiale, margine posteriore dell'ulna.
  • Inserzione: faccia mediale della base del quinto osso metacarpale.
  • Innervazione: nervo radiale.
  • Azione: estende e abduce la mano.

Estensore del mignolo:
  • Origine: faccia posteriore dell'epicondilo laterale dell'omero e fascia antibrachiale.
  • Inserzione: quinto osso metacarpale.
  • Innervazione: nervo radiale.
  • Azione: estende il mignolo anche indipendentemente dalle altre dita.

Strato profondo:

Supinatore:
  • Origine: epicondilo laterale, faccia posteriore dell'ulna.
  • Inserzione: faccia anteriore e laterale del radio.
  • Innervazione: nervo radiale.
  • Azione: supina l'avambraccio.

Abduttore lungo del pollice:
  • Origine: faccia posteriore di ulna e radio, membrana interossea.
  • Inserzione: superficie laterale della base del primo osso metacarpale.
  • Innervazione: nervo radiale.
  • Azione: abduce il pollice e la mano.

Estensore breve del pollice:
  • Origine: faccia posteriore del radio e membrana interossea.
  • Inserzione: faccia dorsale della base della falange prossimale del pollice.
  • Innervazione: nervo radiale.
  • Azione: estende la falange prossimale del pollice e abduce il pollice.

Estensore lungo del pollice:
  • Origine: 1/3 medio della faccia posteriore dell'ulna e membrana interossea.
  • Inserzione: faccia dorsale della base della falange distale del pollice.
  • Innervazione: nervo radiale.
  • Azione: estende la falange distale del pollice e abduce il pollice.

Estensore dell'indice:
  • Origine: faccia dorsale dell'ulna e membrana interossea.
  • Inserzione: tendine per il muscolo estensore delle dita.
  • Innervazione: nervo radiale.
  • Azione: estende l'indice anche indipendentemente dalle altre dita.

giovedì 3 marzo 2016

Muscoli del braccio.

Muscoli del braccio.

Anteriori:

Bicipite brachiale:
  • Origine: tubercolo sopraglenoideo della scapola (capo lungo). Processo coracoideo della scapola (capo breve).
  • Inserzione: tuberosità del radio.
  • Innervazione: nervo muscolo-cutaneo.
  • Azione: muscolo bi-articolare. Flette il braccio con entrambi i capi, lo abduce col capo lungo e lo adduce col capo breve. Flette inoltre l'avambraccio sul braccio e, ad avambraccio prono, contribuisce alla supinazione.

Coracobrachiale:
  • Origine: processo coracoideo della scapola.
  • Inserzione: 1/3 medio faccia anteromediale del corpo omero.
  • Innervazione: nervo muscolo-cutaneo.
  • Azione: flette e adduce l'omero.

Brachiale:
  • Origine: flette faccia anteromediale e anterolaterale del corpo dell'omero, al di sotto della tuberosità deltoidea.
  • Inserzione: tuberosità dell'ulna.
  • Innervazione: nervo muscolo-cutaneo.
  • Azione: flette l'avambraccio.

Posteriori:

Tricipite brachiale:
  • Origine: tubercolo sottoglenoideo della scapola (capo lungo). Faccia posteriore dell'omero, sopra il solco per il nervo radiale. (capo laterale). Faccia posteriore dell'omero, sotto il solco per il nervo radiale.(capo breve).
  • Inserzione: olecrano dell'ulna.
  • Innervazione: nervo radiale.
  • Azione: muscolo bi-articolare. Estende e adduce l'omero ed estende l'avambraccio.

Anconeo:
  • Origine: epitroclea.
  • Inserzione: margine laterale dell'olecrano dell'ulna.
  • Innervazione: nervo radiale.
  • Azione: debole azione estensoria dell'avambraccio.

mercoledì 2 marzo 2016

Muscoli della spalla.

Muscoli della spalla.
Deltoide:
  • Origine: 1/3 laterale margine anteriore della clavicola. Apice margine laterale dell'acromion. Margine posteriore della spina della scapola.
  • Inserzione: tuberosità deltoidea dell'omero.
  • Innervazione: nervo ascellare.
  • Azione: abduce l'omero fino a 90°, le fibre anteriore permettono la flessione dell'omero, mentre quelle posteriore l'estensione dell'omero. Se prende punto fisso sull'omero solleva il tronco come nell'atto dell'arrampicarsi.

Sottoscapolare:
  • Origine: fossa sottoscapolare.
  • Inserzione: tubercolo minore dell'omero.
  • Innervazione: nervi sottoscapolari.
  • Azione: adduce e intraruota l'omero, inoltre stabilizza la capsula articolare della scapola.

Sopraspinato:
  • Origine: 2/3 mediali della fossa sopraspinata.
  • Inserzione: faccetta superiore del tubercolo maggiore dell'omero.
  • Innervazione: nervo soprascapolare.
  • Azione: abduce ed extraruota l'omero, inoltre stabilizza la capsula articolare della scapola.

Infraspinato:
  • Origine: fossa infraspinata.
  • Inserzione: faccetta media del tubercolo maggiore dell'omero.
  • Innervazione: nervo soprascapolare.
  • Azione: extraruota l'omero, inoltre stabilizza la capsula articolare della scapola.

Piccolo rotondo:
  • Origine: margine laterale e faccia posteriore della scapola.
  • Inserzione: faccetta inferiore del tubercolo maggiore dell'omero.
  • Innervazione: nervo ascellare.
  • Azione: abduce, estende ed extraruota l'omero, inoltre stabilizza la capsula articolare della scapola.

Grande rotondo:
  • Origine: margine laterale (estremità inferiore) e faccia posteriore della scapola.
  • Inserzione: cresta del tubercolo minore dell'omero e solco intertubercolare.
  • Innervazione: nervo toracodorsale.
  • Azione: adduce, estende e intraruota l'omero.

I muscoli sottoscapolare, sovraspinato, infraspinato e piccolo rotondo formano quella che viene definita “cuffia dei rotatori”.

martedì 1 marzo 2016

Il fisioterapista e la legislazione.

Le leggi che riguardano il fisioterapista e l'organizzazione sanitaria.

Il fisioterapista, definito allora come Terapista della riabilitazione, è citato per la prima volta nella legge 132 del 1968 (Legge Mariotti) ed è collocato tra il personale sanitario ausiliario, sulla base della divisione effettuata dal Testo unico delle leggi sanitarie (27/07/1934 n.1265).

Legge 833/1978, istituisce il Servizio Sanitario Nazionale. Prima riforma sanitaria. Sulla base dell'articolo 32 della Costituzione: “Lo Stato tutela la salute come diritto fondamentale del cittadino”. Sistema universalistico, prima c'era il sistema mutualistico. L'SSN si prefigge la prevenzione delle malattie e gli infortuni, la diagnosi e la cura degli eventi morbosi e la riabilitazione degli stati di invalidità e inabilità somatica e psichica. Si basa sui principi di: uguaglianza (fornire stessa assistenza a parità di bisogni), globalità (il paziente è preso in carico nella sua interezza e non solo relativamente alla sua patologia) e territorialità (istituzione USL, unità sanitarie locali).

Legge 341/1990. Prima riforma universitaria. Istituzione dei diplomi universitari, diplomi di laurea, diplomi di specializzazione e di ricerca.

Decreto legislativo 502/1992. Seconda riforma sanitaria. “Riordino della disciplina in materia sanitaria”. Aziendalizzazione degli ospedali. Le USL diventano ASL, aziende sanitarie locali, con autonomia organizzativa, amministrativa e patrimoniale. Forte regionalizzazione della sanità. Lo Stato individua i LUA, “Livelli uniformi di assistenza” sanitaria che devono essere obbligatoriamente garantiti dal SSN. Istituisce il sistema di pagamento sulla base dei DRG (Diagnosis Related Group) o, in italiano, ROD (Ragguppamenti Omogenei di Diagnosi). Si tratta di un sistema di classificazione del prodotto sanitario e in particolare dei pazienti dimessi dagli ospedali, in base alle risorse assorbite. In precedenza, la remunerazione degli ospedali avveniva in base alla spesa storica (sistema “a piè di lista”); questo aveva determinato un progressivo aumento della spesa sanitaria. Per l’elaborazione dei DRG si è suddivisa la classificazione internazionale delle malattie (ICD) in 25 macro-aree in base agli organi e apparati coinvolti, in base all’età dei pazienti e alla eziologia delle malattie. A ogni raggruppamento sono state associate così delle tariffe. A ciascun paziente dimesso dall’ospedale può essere associato un solo DRG attraverso la SDO (scheda di dimissione ospedaliera). Tale legge ha anche istituito il bisogno di un'educazione continua in medicina (ECM) per gli operatori sanitari. Campagna entrata definitivamente in vigore nel 2002. Alla fine del corso di laurea si sostiene un esame che abilita alla professione.

Decreto ministeriale 741/1994. Profilo professionale del fisioterapista: “Il Fisioterapista è l’operatore sanitario in possesso del diploma universitario abilitante che svolge in via autonoma, o in collaborazione con altre figure sanitarie, gli interventi di prevenzione, cura e riabilitazione nelle aree della motricità, delle funzioni corticali superiori, e di quelle viscerali”

Decreto ministeriale 24/7/96 Approvazione Tabella XVIII ter. La formazione triennale degli operatori sanitari è a carico delle università. Vengono stabiliti gli obiettivi di apprendimento divisi per anno e semestre della teoria e del tirocinio.

1995. Viene stilato dalla AITR (associazione terapisti italiani) il primo codice deontologico.

1998. Viene stilato il secondo codice deontologico, insieme ai documenti “Core” del fisioterapista. Il Core competence, che descrive le competenze fondamentali che lo studente deve acquisire durante i tre anni di corso, e il Core curriculum, che definisce gli obiettivi educativi specifici per raggiungere le conoscenze, abilità e competenze richieste dal neo professionista.

Legge 42/1999. Le competenze dell'operatore sanitario sono definite da: profilo professionale, formazione universitaria e codice deontologico. Vengono aboliti i mansionari che di fatto limitavano l'attività del fisioterapista e viene abolito il termine “ausiliario”.

Legge 229/1999. (Legge Bindy o dello smanettamento). Terza riforma sanitaria. “Norme per la razionalizzazione del Servizio sanitario Nazionale”. Ribadisce i principi della 833, ma aggiunge il principio di appropriatezza, che indica il grado di utilità delle prestazioni e rappresenta l’espressione della qualità tecnica delle prestazioni. Ribadisce ECM. È data l'equipollenza ai diplomi universitari. È richiesto ai medici il rapporto esclusivo, o lavorare solo in ambito pubblico o solo in ambito privato.

Decreto 509/99. Riforma universitaria. Non si parla più di “mini-laurea”, ma di laurea di primo livello. Istituito sistema 3+2, con laurea specialistica. Viene istituito anche il sistema sulla base dei CFU, crediti formativi universitaria. Ogni CFU corrisponde a 25 ore tra lezioni frontali e studio da parte dello studente.

Legge 251/2000. Definisce le aree sanitarie, i campi di attività, la formazione dei corsi di laurea, la dirigenza.

Decreto 29 marzo 2001. Definisce meglio le 4 aree per le professioni sanitarie.
  • Professioni sanitarie infermieristiche e professione sanitaria ostetricia.
  • Professioni sanitarie riabilitative.
  • Professioni tecnico-assistenziale e tecnico-diagnostica.
  • Professioni tecniche della prevenzione.

Decreto 2 aprile 2001. Determina le classi delle lauree specialistiche universitarie delle Professioni Sanitarie.
Legge 1/2002. Validità dei titoli precedenti per accedere alla laurea specialistica.


Legge 43/2006. Viene definito meglio il ruolo delle professioni sanitarie.