martedì 30 dicembre 2014

Top 3 libri 2014.

Concludo quest'intenso anno con la top 3 dei libri letti nel 2014 che mi sono piaciuti di più e quella dei libri che mi sono piaciuti di meno.

Top 3 Favoriti:





E l'eco rispose, Khaled Hosseini (2013).










Proibito, Tabitha Suzuma (2011).










La verità di Amelia, Kimberly McCreight (2014).






Top 3 Sfavoriti:





Inferno, Dan Brown (2013)










Resta anche domani, Gayle Forman (2009)




Cercando Alaska, John Green (2005)






Potrete trovare tutte le recensioni di questi romanzi nell'archivio del blog.

domenica 14 dicembre 2014

Bandera Blanca, Jencarlos Canela- Traduzione.


Testo:
Deja que la lluvia caiga, que oscurezca
Yo no le tengo miedo
A un poquitico de llanto,
El sufrimiento es parte de vivir

La vida tiene altas y bajas
Hoy caigo y me levanto mañana
Arráncame el corazón
Que el amor declare guerra contra mí
Aquí no habrá bandera blanca
No oh no oh
Yo si no me rendiré
Si el amor me da la espalda digo aquí,
Aquí no habrá bandera blanca
No oh no oh

Déjame el alma desarmada apunta y dispara
Hiéreme con la bala de un adiós (adiós)
Le digo al temor de ser herido
Mis cicatrices son testigo
Que he ido a la guerra y he vencido

La vida tiene altas y bajas
Hoy caigo y me levanto mañana
Arráncame el corazón
Que el amor declare guerra contra mí
Aquí no habrá bandera blanca
No oh no oh
Yo si no me rendiré
Si el amor me da la espalda digo aquí,
Aquí no habrá bandera blanca
No oh nono nono
No oh no oh

Que el amor declare guerra contra mi aquí no habrá
(Aquí no habrá bandera blanca no oh no oh)
Que el amor declare guerra contra mí no
Aquí no habrá no habrá no habrá
(Aquí no habrá bandera blanca no oh no oh)
Tus balas no me hacen nada así que
Dispara, dispara
Oh no no no no

Aquí no habrá bandera blanca
No oh no oh
Yo si no me rendiré
Si el amor me da la espalda digo aquí,
Aquí no habrá bandera blanca
No oh no oh

Sigo yo sigo yo sin mirar atrás no no
Sigo yo sigo yo el ayer aquí soy yo
Sigo yo sigo yo sin mirar atrás no no
Sigo yo sigo yo el ayer aquí soy yo
Sigo yo sigo yo sin mirar atrás no no
Sigo yo sigo yo que el ayer aquí soy yo

Aquí no habrá bandera blanca
No oh no oh
Aquí no habrá bandera blanca
Nono nono
aquí no habrá bandera blanca
No oh no oh
Traduzione:
Lascia che la pioggia cada, che faccia buio
Non mi fa paura
Un po' di pianto
La sofferenza è parte della vita.

La vita ha alti e bassi
Oggi cado e domani mi alzo
Strappami il cuore
Che l'amore dichiari guerra contro di me
Qui non ci sarà nessuna bandiera bianca
No oh oh no
Io, sì, non mi arrenderò
Se l'amore mi volta le spalle, dico qui,
Qui non ci sarà nessuna bandiera bianca
No oh oh no.

Lasciami l'anima disarmata e spara
Feriscimi con la pallottola di un addio (addio)
Dico alla paura di essere ferito
Le mie cicatrici sono testimoni
Che sono andato in guerra e ho vinto.

La vita ha alti e bassi
Oggi cado e domani mi alzo
Strappami il cuore
Che l'amore dichiari guerra contro di me
Qui non ci sarà nessuna bandiera bianca
No oh oh no
Io, sì, non mi arrenderò
Se l'amore mi volta le spalle, dico qui,
Qui non ci sarà nessuna bandiera bianca
No oh oh no.
Che l'amore dichiari guerra contro di me
(Qui non ci sarà nessuna bandiera bianca)
Che l'amore dichiari guerra contro di me
Qui non ci sarà, qui non ci sarà
(Qui non ci sarà nessuna bandiera bianca).

I tuoi proiettili non mi fanno nulla, così
Spara, spara
Oh no no no no.

Qui non ci sarà nessuna bandiera bianca
No oh oh no
Io, sì, non mi arrenderò
Se l'amore mi volta le spalle, dico qui,
Qui non ci sarà nessuna bandiera bianca
No oh oh no.

Continuo, io continuo senza guardarmi indietro
Continuo, io continuo ieri sono io


Continuo, io continuo senza guardarmi indietro
Continuo, io continuo ieri sono io
Continuo, io continuo senza guardarmi indietro
Continuo, io continuo ieri sono io.

Qui non ci sarà nessuna bandiera bianca
No oh oh no
Qui non ci sarà nessuna bandiera bianca
nono nono
qui sarà nessuna bandiera bianca
No oh oh no.

lunedì 8 dicembre 2014

Taylor Swift al Jingle Bell Ball Capital Radio a Londra.

La cantautrice Taylor Swift per il Red Carpet del Jingle Bell Ball, la scorsa notte a Londra, ha optato per un abito rosso a stampe natalizie e splendidi sandali neri firmati Charlotte Olympia.
Nonostante la forte laringite la Swift si è cambiata d'abito, indossando una gonna, con crop top, nera dai decori dorati e si è esibita con Shake it Off, Blank Space, I Knew You Trouble, We Are Never Ever Getting Back Together e la versione pop di Love Story.




Storia di Irene, Erri De Luca- Recensione.

Ho terminato la lettura di Storia di Irene di Erri De Luca.

Tre storie "di mare". "Storia di Irene l'anfibia" è la storia di Irene, cresciuta insieme a due delfini, e promessa in sposa a uno di loro, ed è la storia di una meravigliosa sirena che, non più accetta alla terra, sgualdrina incinta, si sottrae all'uomo che l'ha ascoltata e ora vorrebbe trattenerla, raccontandole a sua volta storie incantatrici. "Il cielo in una stalla" narra di cinque scampati alle rappresaglie tedesche si trovano in una stalla e devono guadagnare la salvezza attraversando nottetempo il mare che divide Sorrento da Capri (terra liberata). In "Una cosa molto stupida" un vecchioricorda, a occhi chiusi, quando fu salvato dalle acque, in tempo di guerra, e restituito alla vita.

Un breve romanzo, composto da tre storie diverse, che si legge con la stessa velocità con la quale un'onda si infrange sugli scogli. Un misto di favola surreale, con la storia della doppia vita di Irene, autobiografia e cruda realtà, con le ultime due storie di guerra e dolore, che attraggono il lettore e lo lasciano attonito, confuso, ma irrimediabilmente affascinato.
La nostra specie umana ha bisogno di storie per accompagnare il tempo e trattenerne un poco. Così io raccolgo storie, non le invento. Vado dietro la vita a spigolare, se è un campo, a racimolare, se è una vigna. Le storie sono un resto lasciato dal passaggio. Non sono aria ma sale, quello che resta dopo il sudore. (Storia di Irene)

domenica 7 dicembre 2014

Consigli di lettura: Leggere Lolita a Teheran, Azar Nafisi.

Nei due decenni successivi alla rivoluzione di Khomeini, mentre le strade e i campus di Teheran erano teatro di violenze barbare, Azar Nafisi ha dovuto cimentarsi nell'impresa di spiegare a ragazzi e ragazze, esposti in misura crescente alla catechesi islamica, una delle più temibili incarnazioni del Satana occidentale: la letteratura. È stata così costretta ad aggirare qualsiasi idea ricevuta e a inventarsi un intero sistema di accostamenti e immagini che suonassero efficaci per gli studenti e, al tempo stesso, innocui per i loro occhiuti sorveglianti. Il risultato è un libro che, oltre a essere un atto d'amore per la letteratura, è anche una beffa giocata a chiunque tenti di proibirla. 

Qui e ora, nell'altro mondo che tanto spesso veniva evocato dalle nostre discussioni, siedo e ripenso a me e alle mie studentesse, le mie ragazze, come le chiamavo, mentre leggiamo Lolita in una stanza piena di un sole fasullo, a Teheran. E tuttavia, per rubare le parole a Humbert, il poeta-criminale di Lolita, ho bisogno che anche tu, lettore, cerchi di pensare a noi, perché altrimenti non potremo esistere davvero. Contro la tirannia del tempo e della politica, cerca di immaginarci come a volte neppure noi osavamo fare: nei momenti più intimi e riservati, nelle più straordinariamente normali circostanze della vita, mentre ascoltiamo un po' di musica, ci innamoriamo, camminiamo per strade ombrose, o leggiamo Lolita a Teheran. E prova a ripensare a noi dopo che quelle cose ci sono state confiscate diventando una volta per tutte un piacere proibito. Se oggi voglio scrivere di Nabokov, è per celebrare la nostra lettura di Nabokov a Teheran, contro tutto e contro tutti. Dei suoi romanzi scelgo quello che ho insegnato per ultimo, e che è legato a così tanti ricordi. È di Lolita che voglio scrivere, ma ormai mi riesce impossibile farlo senza raccontare anche di Teheran. Questa, dunque, è la storia di Lolita a Teheran, di come Lolita abbia dato un diverso colore alla città, e di come Teheran ci abbia aiutate a ridefinire il romanzo di Nabokov e a trasformarlo in un altro Lolita: il nostro.
 È così che si conclude il primo capitolo del romanzo di Azar Nafisi, testimonianza di vita vissuta. L'opera, nonostante il profondo valore personale, mostra l'amore per la letteratura e come la libertà vissuta in altri paesi, al pari della tirannia subita in Iran, non necessariamente conduce alla felicità. Dai lontani anni '80 la condizione delle donne in Iran non è ancora migliorata e questo libro andrebbe letto al pari del successivo Mille splendidi soli di Khaled Hosseini, che mostra la situazione in Afghanistan.