lunedì 9 aprile 2018

La casa di carta- seconda parte

Lo scorso 6 aprile ha debuttato su Netflix la seconda stagione della serie tv spagnola La casa di carta, il cui titolo originale è La casa de papel.
Alla fine della prima parte avevamo lasciato i protagonisti in un momento piuttosto difficile, in cui tutto sembrava perduto e troviamo questo clima anche all'inizio della seconda stagione. I sequestratori sembrano trovarsi all'inizio della fine, con il professore che rischia di essere arrestato in più di un'occasione. Tuttavia, la loro forza e la loro capacità di essere "la Resistenza" non li fa perdere d'animo e sembra che non tutto sia perduto.
Questa stagione conserva il ritmo incalzante della prima parte e non sono riuscita ad evitare di guardarla quasi tutta d'un fiato in un giorno e mezzo. Quando tutto sembra senza speranza, ecco ancora una volta che le grandi capacità e la fortuna del Professore escono fuori, mentre la banda sembra sempre più audace, seppur con alcune perdite importante.
Risulta difficile non versare qualche lacrima e al tempo stesso essere felici per questi personaggi che, inevitabilmente, ti entrano dentro e, per un po', iniziano a fare parte della tua quotidianità. È importante la riflessione sul denaro e sul concetto di furto, dato il clima di crisi economica e di magheggi da parte delle istituzioni che viviamo ormai da anni. Interessante anche l'utilizzo, per noi spettatori italiani, della canzone Bella ciao come theme dello show.
Sembra esclusa la possibilità di una terza stagione e io tendo ad essere d'accordo, perché verrebbe a perdersi il ritmo e lo stile che ha caratterizzato queste prime due parti. Forse sarebbe interessante un episodio speciale, solo per conoscere le sorti dei personaggi.

sabato 7 aprile 2018

La casa di carta- prima stagione

Dopo i numerosi commenti positivi, ho deciso anch'io di iniziare la prima stagione de La casa di carta, la serie tv spagnola (La casa de papel, in lingua originale) che ha debuttato su Netflix lo scorso dicembre. La seconda stagione, invece, ha debuttato sul catalogo italiano proprio ieri.
Il tema principale della serie è una rapina ai danni della zecca di stato spagnola, situata a Madrid, da parte di individui ben addestrati e con un piano minuzioso e ben delineato ideato da un uomo che si fa chiamare Il Professore. Quest'ultimo ha assoldato otto persone, che per motivi legali e sociali non hanno nulla da perdere, alle quali ha dato nomi di città per celare le loro vere identità e alle quali sono proibite relazioni interpersonali, con lo scopo di barricarsi all'interno della fabbrica di stampa della moneta, per stampare per 2400 milioni di euro e poi scappare. A complicare le cose, però, c'è la presenza all'interno della zecca di ben 67 ostaggi non totalmente previsti.
La voce narrante della vicenda è l'incontrollabile Tokyo, che ha un debole per il giovane Rio, il più innocuo e meno "criminale" del gruppo, che ha stretto una bella amicizia con la determinata Nairobi. A completare il gruppo ci sono anche lo spietato Berlino, capo dell'operazione, Mosca e Denver, padre e figlio estremamente legati, e i due gemelli stranieri Oslo ed Helsinki, mentre il professore li monitora e consiglia dall'esterno della struttura.
Se a primo impatto la trama potrebbe sembrare qualcosa di già visto o comune, quello che colpisce è il piano del furto (anche se, come affermato dagli stessi personaggi, si tratta di stampare nuova moneta senza rubare nulla a nessuno) che è estremamente particolareggiato e che tiene conto di tutte le possibili varianti del caso, ideato da una mente piuttosto complessa e calcolatrice, anche se non tutto può davvero essere previsto. Oltre al destino dei protagonisti, lo spettatore è preso dalle varie relazioni che si vengono a creare sia tra i rapinatori, che tra rapinatori e ostaggi, che tra gli ostaggi stessi, con un'ambivalenza dal punto di vista sentimentale e del senso di giustizia.
La stagione termina con il gruppo piuttosto in difficoltà e vedremo nei prossimi episodi come se la caveranno i protagonisti.

mercoledì 4 aprile 2018

Collab Review- Bioturm shampoo repair e bagnodoccia al mango

Oggi volevo mostrarvi gli splendidi prodotti che mi sono stati inviati dall'azienda tedesca Bioturm specializzata sia in cosmetici che in prodotti per la skin care, la cura del corpo e dei capelli. In più ha una politica vegan e cruelty free con prodotti generalmente senza siliconi, paraffine e conservanti sintetici. Ho ricevuto la full size dello shampoo repair, che per il packaging richiama i motivi di un tappeto messicano e il gel doccia al mango. In più 5 splendidi campioncini di latte detergente, crema ristrutturante, detergente intimo, "unguento d'argento" per la pelle rossa e irritata e, infine, una crema con il 5% di urea, un composto con importanti proprietà idratanti.

 

Per lo shampoo, come ho già scritto, Il packaging è molto carino, ispirato ai tappeti messicani, e l'odore è ottimo, non so, mi sembra richiami un misto di vaniglia e arancia. Solo che, come per ogni shampoo bio, producendo poca schiuma, non sempre ci si rende conto di quali zone siano effettivamente state pulite e quali no, quindi bisogna stare attenti. Lo consiglierei maggiormente a chi ha capelli sottili e secchi, però.

Per il gel doccia al mango, invece, l'odore è sempre ottimo, molto delicato, fa pochissima schiuma, ma fa bene il suo dovere. Solo che nell'inci ho letto che contiene alcol, profumo e limonene, quindi chi è sensibile a questi principi dovrebbe starci attento.

martedì 3 aprile 2018

Everything Sucks!- prima stagione

Sono riuscita a recuperare anche la serie tv Everything sucks! che ha debuttato su Netflix lo scorso 16 febbraio.

Già il titolo dello show, che in italiano è "tutto fa schifo", attrae particolarmente e racchiude quello che è poi lo stato d'animo maggiore che si ritrova nell'arco delle puntate. In più, se ci mettiamo la trama di base che è quella di un triangolo amoroso in cui lui ama lei, mentre lei ama... lei, il tutto si fa ancora più interessante. La serie è ambientata nel 1996 ed è sicuramente la patria per gli amanti di quell'epoca, tra videocassette, musicassette ed effetti speciali più che amatoriali.
Il protagonista è Luke, un ragazzino piuttosto dolce, che è stato abbandonato dal padre quando aveva sette anni e che vive soltanto con sua madre, che inizia il primo anno di liceo in compagnia dei suoi storici amici: Tyler, che soffre di dislessia, e McQuaid, un ragazzo estremamente realista, quasi da sembrare cinico. Luke, insieme ai suoi amici, si iscrive al club audiovisivi, grazie al quale conosce e si prende una cotta per Kate, l'introversa e inarrivabile figlia del preside, orfana di madre, che però sembra invece interessata a Emaline, attrice del drama club e ragazza spesso piuttosto aggressiva, fidanzata con Oliver, anche lui aspirante attore.
Il giovane protagonista inizia a fare qualsiasi cosa per Kate, tanto da far unire il drama club e quello audiovisivi per girare una pellicola sugli alieni, mentre tra sua madre e il preside nasce una tenera storia d'amore.
Una serie piuttosto godibile, composta da sole dieci puntate dalla durata variabile dai 20 ai 25 minuti. I personaggi a volte possono risultare "odiosi" a turno, ma, anche se la trama principale può sembrare essere la ricerca della propria sessualità, questa è, come nella vita di tutti i giorni, solo una parte della nostra esistenza. Si tratta di una serie sull'amicizia e sull'amore, quello per un ipotetico compagno o compagna, ma anche per i propri genitori, dei quali, inevitabilmente, si imparano ad apprezzare e tollerare anche i difetti. Tutti i ragazzi, nel corso delle puntate, maturano e trovano la propria strada e la propria personalità. Una narrazione che fa riflettere su vari aspetti, soprattutto sul fatto che, possono cambiare le epoche o i protagonisti, ma tutti, bene o male, fronteggiamo gli stessi problemi e le stesse paure, l'importante è non essere soli.

domenica 1 aprile 2018

Caro mese- caro marzo

Continua la serie iniziata sulla base di alcuni vecchi video della Youtuber Shantilives.

Caro marzo,
Anche il terzo è andato e, stranamente, sono ancora in piedi. Sei stato il mese dell'ultima sessione invernale di questa carriera universitaria. Nonostante tutto sono riuscita a sostenere tutti e 5 gli esami che avevo da fare, ma non brillantemente come ho fatto altre volte, col solo risultato di essermi soltanto abbassata la media. Sono un po' delusa, ma, anche se sembra che abbia perso, in qualche modo ho comunque vinto io. Sono una persona appassionata e che si impegna sempre in tutto ciò che fa, piuttosto camaleontica, questo non me lo potrà mai portare via nessuno. Per qualche punto mancante non sarò sicuramente da meno dei 110 e lode, menzione, bacio accademico e rettore in ginocchio a complimentarsi. Sono a meno tre esami dalla laurea, poi c'è il pensiero della tesi, dell'esame di stato abilitativo, eccetera. Non si finisce mai veramente. Sono riuscita anche, nonostante gli impegni, a recuperare alcune serie tv, a dedicarmi al blog, a instagram e alla scrittura in generale, quindi mi sento meno un fallimento, anche se, come sempre, ho la sensazione di non essere mai abbastanza. Ho avuto anche qualche giorno di relax, ma non so mai bene come gestire il tempo libero dopo una sessione, scarico la pressione accumulata dopo un po'.
Anche se a volte sembra tutto un po' cupo, ci sono sempre dei momenti di tenerezza, come un sorriso spontaneo scambiato con una collega in attesa di sostenere un esame, senza riflettere troppo sul gesto, una parola di conforto, una battuta, le attenzioni da parte di qualcuno con il quale hai scambiato solo poche chiacchiere in passato, ma che sembra comunque conservare un bel ricordo di te, il fatto di non passare inosservata, di essere comunque qualcuno da tenere in considerazione, qualcuno di cui parlare quando non ci sei, ma non per essere esposta a critiche, tutt'altro, una sorta di metro di paragone.
Ti saluto con la speranza di trascorrere un aprile sereno.