giovedì 12 marzo 2015

Norwegian Wood, Haruki Murakami - Recensione

Ieri ho terminato la lettura di Norwegian Wood, di Haruki Murakami.

Uno dei più clamorosi successi letterari giapponesi di tutti i tempi è anche il libro più intimo, introspettivo di Murakami, che qui si stacca dalle atmosfere oniriche e surreali che lo hanno reso famoso, per esplorare il mondo in ombra dei sentimenti e della solitudine. Norwegian Wood è anche un grande romanzo sull'adolescenza, sul conflitto tra il desiderio di essere integrati nel mondo degli "altri" per entrare vittoriosi nella vita adulta e il bisogno irrinunciabile di essere se stessi, costi quel costi. Come il giovane Holden, Toru è continuamente assalito dal dubbio di aver sbagliato o poter sbagliare nelle sue scelte di vita e di amore, ma è anche guidato da un ostinato e personale senso della morale e da un'istinti avversione per tutto ciò che sa di finto e costruito. Diviso tra due ragazze, Naoko e Midori, che lo attirano entrambe con forza irresistibile, Toru non può fare altro che decidere. O aspettare che la vita (e la morte) decidano per lui.

Non saprei dire se sia una qualità positiva o negativa, ma questo è uno di quei romanzi che ti trascinano con sè mentre ci sei dentro, ma che una volta terminato ti lascia stordito, come se in parte non fosse successo nulla. Tra le sue pagine succede tutto e niente. Tuttavia, Murakami, come altri autori giapponesi, ha la capacità di rendere lecita e interessante la narrazione di qualsiasi argomento, dal più semplice al più scabroso. Un romanzo estremamente malinconico, ma che nonostante tutto invita a scegliere la vita.

1 commento:

  1. Mi dispiace accanirmi sempre su questo libro, ma è davvero uno dei peggiori che abbia mai letto.
    Non è per il fatto che non succeda niente (ci sono romanzi che hanno per oggetto il nulla senza che la qualità ne risenta), ma per la solita questione del significato che va ben oltre il significante. Sono tutte molto belle le chiavi di lettura che molti interpreti ne danno, ma è come se nel romanzo non ci fossero veramente e venissero invece sovrapposte a posteriori.
    Diverse scene sono irritanti e sgradevoli, morbose: non so se sia una peculiarità della "sensibilità" giapponese.

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