mercoledì 4 giugno 2014

Tsugumi. Banana Yoshimoto- Recensione.

Ieri ho terminato la lettura di Tsugumi di Banana Yoshimoto.

“Giornate di una felicità intensa non capitano spesso nella vita. Ed è inseguendo quel vivido miraggio, che le persone riescono a tirare avanti e a invecchiare... Tsugumi è un romanzo che parla di questo. Di un’estate di un gruppo di ragazzi che non tornerà mai più. Del mare e del primo amore...” Così Banana Yoshimoto parla del suo romanzo tutto dedicato all’adolescenza. Maria e Tsugumi sono amiche fin dall’infanzia anche se sono molto diverse. Maria, l’io narrante, è dolce: ha lasciato il piccolo paesino in cui era nata e cresciuta per iscriversi all’università a Tokyo. Tsugumi è bellissima ma dotata di un carattere infernale: affabile con gli estranei, nel privato è un tiranno, parla come un maschio ed è viziata all’inverosimile. Non può spostarsi dalla tranquilla penisola di Izu perché le sue condizioni di salute non glielo permettono. Il suo destino pare essere segnato... Può un nuovo incontro delle due amiche, là dove trascorrevano le estati, cambiare sorti che parevano ormai ineluttabili? Uscito a puntate nell’edizione giapponese di “Marie Claire” e apparso in volume nel 1989, Tsugumi è il più grande successo di Banana Yoshimoto.

L'intento di Banana Yoshimoto, come da lei stesso dichiarato, era quello di rappresentare il "niente" delle sue estati trascorse sulle coste della penisola di Izu, tra il ripetersi di nuotate, passeggiate e tramonti con il mare a fare da sfondo. L'autrice riesce pienamente nel suo proposito, mostrandoci una storia in cui non accade nulla di sostanziale o sconvolgente, se non per alcuni brevi passaggi, forse a tratti solo accennata e poco approfondita, a tratti un po' irreale, ma vivida. Riusciamo a percepire perfettamente l'atmosfera estiva e i sentimenti che sono ben delineati dalla giovane Maria, che non può fare a meno di voler bene a Tsugumi, nonostante il suo modo altalenante di comportarsi. 

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