Ieri ho terminato Oceano mare di Alessandro Baricco.
Oceano mare racconta del naufragio di una fregata della marina francese, molto tempo fa, in un oceano. Gli uomini a bordo cercheranno di salvarsi su una zattera. Sul mare si incontreranno le vicende di strani personaggi. Come il professore Bartleboom che cerca di stabilire dove finisce il mare, o il pittore Plasson che dipinge solo con acqua marina, e tanti altri individui in cerca di sé, sospesi sul bordo dell'oceano, col destino segnato dal mare. E sul mare si affaccia anche la locanda AI mayer, dove le tante storie confluiscono. Usando il mare come metafora esistenziale, Baricco narra dei suoi surreali personaggi, spaziando in vari registri stilistici, con una scrittura suggestiva, immaginifica e musicale.
Da qui inizia la recensione vera e proprio, contiene spoiler, quindi in
caso non vogliate rovinarvi la sorpresa, non proseguite oltre.
Il romanzo è diviso in tre libri. Nel primo vengono presentati i personaggi: il pittore Plasson, che ha lasciato tutto per dedicarsi all'opera di ritrarre il mare; il professor Bartleboom, che scrive lettere alla donna amata, senza averla, tuttavia, ancora conosciuta; la giovane Elisewin, che ha paura della vita; Padre Pluche, un prete particolare che accompagna Elisewin nel suo viaggio per salvarsi; Ann Deverià, donna bellissima mandata alla locanda dal marito per curarla dalla "malattia" dell'adulterio e infine Adams, vero nome Thomas, scampato ad un naufragio e in cerca di vendetta.
Nel secondo libro viene narrato il naufragio, mentre nel terzo il destino dei vari personaggi.
L'atmosfera è estremamente fiabesca e pacifica. Talvolta risulta difficile seguire il filo del discorso, ma tutti i misteri vengono pian piano svelati.
venerdì 27 dicembre 2013
lunedì 23 dicembre 2013
Mi chiamo Chuck. Ho diciassette anni, Aaron Karo- Recensione.
Ieri ho terminato Mi chiamo Chuck. Ho diciassette anni di Aaron Karo.
Charles, detto Chuck, ha diciassette anni e si lava le mani continuamente, controlla anche cento volte di seguito che le piastre dei fornelli siano spente e non va mai a dormire senza aver fatto la pipì fino allo sfinimento. Ha un amico del cuore, Steve, l'unico a cui confida le sue stramberie e una sorella, Beth, bella, normale e piena di amici che lo ignora fino a negargli persino l'amicizia su Facebook. La sua giornata è costellata dalla ripetizione di gesti, regole maniacali che lui stesso si è imposto per non perdere del tutto il controllo di sé. E poi ci sono le Converse: ne possiede decine di paia di ogni colore che ha abbinato ai vari stati d'animo. Converse rosse: arrabbiato; gialle: nervoso e così di seguito. I genitori, però, sono sempre più preoccupati e, nonostante le rimostranze di Chuck, decidono di spedirlo da una psichiatra. L'arrivo di una nuova compagna di classe e il desiderio di aiutare il suo amico bullizzato convinceranno Chuck a prendere sul serio i suoi sintomi e a iniziare una terapia
Da qui inizia la recensione vera e proprio, contiene spoiler, quindi in caso non vogliate rovinarvi la sorpresa, non proseguite oltre.
Il romanzo è scritto in modo semplice e scorrevole. Chuck è schiacciato dai suoi sintomi, quasi da non riuscire più a vivere. A scuola è un emarginato e neanche sua sorella gli parla. Però è un ragazzo dolcissimo e gentile. La sua vita cambia quando conosce Amy, che è totalmente diversa dalle ochette che frequentano la sua scuola. Piano piano, con grande difficoltà, Chuck riesce a liberarsi dei suoi sintomi e finalmente comincia a vivere, riuscendo a migliorare i rapporti con il suo unico amico, Steve, e con la stessa Amy.
Un romanzo molto bello e mai banale.
Charles, detto Chuck, ha diciassette anni e si lava le mani continuamente, controlla anche cento volte di seguito che le piastre dei fornelli siano spente e non va mai a dormire senza aver fatto la pipì fino allo sfinimento. Ha un amico del cuore, Steve, l'unico a cui confida le sue stramberie e una sorella, Beth, bella, normale e piena di amici che lo ignora fino a negargli persino l'amicizia su Facebook. La sua giornata è costellata dalla ripetizione di gesti, regole maniacali che lui stesso si è imposto per non perdere del tutto il controllo di sé. E poi ci sono le Converse: ne possiede decine di paia di ogni colore che ha abbinato ai vari stati d'animo. Converse rosse: arrabbiato; gialle: nervoso e così di seguito. I genitori, però, sono sempre più preoccupati e, nonostante le rimostranze di Chuck, decidono di spedirlo da una psichiatra. L'arrivo di una nuova compagna di classe e il desiderio di aiutare il suo amico bullizzato convinceranno Chuck a prendere sul serio i suoi sintomi e a iniziare una terapia
Da qui inizia la recensione vera e proprio, contiene spoiler, quindi in caso non vogliate rovinarvi la sorpresa, non proseguite oltre.
Il romanzo è scritto in modo semplice e scorrevole. Chuck è schiacciato dai suoi sintomi, quasi da non riuscire più a vivere. A scuola è un emarginato e neanche sua sorella gli parla. Però è un ragazzo dolcissimo e gentile. La sua vita cambia quando conosce Amy, che è totalmente diversa dalle ochette che frequentano la sua scuola. Piano piano, con grande difficoltà, Chuck riesce a liberarsi dei suoi sintomi e finalmente comincia a vivere, riuscendo a migliorare i rapporti con il suo unico amico, Steve, e con la stessa Amy.
Un romanzo molto bello e mai banale.
domenica 22 dicembre 2013
A World Alone, Lorde- Traduzione
Testo:
That slow burn wait while it gets dark, bruising the sun.
I feel grown up with you in your car, I know it's dumb.
Ooh ooh ooh ooh ooh ooh
Ooh ooh ooh ooh ooh ooh
Ooh ooh ooh ooh ooh ooh
We've both got a million bad habits to kick, not sleeping is one.
We're biting our nails, you're biting my lip, I'm biting my tongue.
Ooh ooh ooh ooh ooh ooh
Ooh ooh ooh ooh ooh ooh
People are talking, people are talking (ooh ooh ooh ooh ooh ooh)
People are talking, people are talking
Raise a glass, 'cause I'm not done saying it.
They all wanna get rough, get away with it.
Let 'em talk 'cause we're dancing in this world alone, world alone, we're all alone.
All my fake friends and all of their noise, complain about work
They're studying business, I study the floor, and you haven't stopped smoking all night.
Maybe the Internet raised us, or maybe people are jerks.
People are talking, people are talking (But not you)
People are talking, people are talking
Raise a glass, 'cause I'm not done saying it.
They all wanna get rough, get away with it.
Let 'em talk 'cause we're dancing in this world alone, world alone, we're all alone.
All the double-edged people and schemes.
They make a mess then go home and get clean.
You're my best friend, and we're dancing in a world alone, a world alone, we're all alone.
I know we're not everlasting
We're a train wreck waiting to happen
One day the blood won't flow so gladly
One day we're all against the world (the people that talk, yeah, people that talk)
(The people that talk, yeah, people that talk) Get still
Ooh ooh ooh ooh ooh ooh
Ooh ooh ooh ooh ooh ooh
People are talking, people are talking (ooh ooh ooh ooh ooh ooh)
People are talking, people are talking
Ooh ooh ooh ooh ooh ooh
Ooh ooh ooh ooh ooh ooh
People are talking, people are talking (ooh ooh ooh ooh ooh ooh)
People are talking, people are talking
Raise a glass, 'cause I'm not done saying it.
They all wanna get rough, get away with it.
Let 'em talk 'cause we're dancing in this world alone, world alone, we're all alone.
All the double-edged people and schemes.
They make a mess then go home and get clean.
You're my best friend, so we're dancing in a world alone, a world alone, we're all alone.
People that talk, yeah, people that talk, yeah
People that talk, yeah, people that talk, yeah
People that talk, yeah, people that talk, yeah
People that talk, yeah, people that talk, yeah
Let 'em talk
I feel grown up with you in your car, I know it's dumb.
Ooh ooh ooh ooh ooh ooh
Ooh ooh ooh ooh ooh ooh
Ooh ooh ooh ooh ooh ooh
We've both got a million bad habits to kick, not sleeping is one.
We're biting our nails, you're biting my lip, I'm biting my tongue.
Ooh ooh ooh ooh ooh ooh
Ooh ooh ooh ooh ooh ooh
People are talking, people are talking (ooh ooh ooh ooh ooh ooh)
People are talking, people are talking
Raise a glass, 'cause I'm not done saying it.
They all wanna get rough, get away with it.
Let 'em talk 'cause we're dancing in this world alone, world alone, we're all alone.
All my fake friends and all of their noise, complain about work
They're studying business, I study the floor, and you haven't stopped smoking all night.
Maybe the Internet raised us, or maybe people are jerks.
People are talking, people are talking (But not you)
People are talking, people are talking
Raise a glass, 'cause I'm not done saying it.
They all wanna get rough, get away with it.
Let 'em talk 'cause we're dancing in this world alone, world alone, we're all alone.
All the double-edged people and schemes.
They make a mess then go home and get clean.
You're my best friend, and we're dancing in a world alone, a world alone, we're all alone.
I know we're not everlasting
We're a train wreck waiting to happen
One day the blood won't flow so gladly
One day we're all against the world (the people that talk, yeah, people that talk)
(The people that talk, yeah, people that talk) Get still
Ooh ooh ooh ooh ooh ooh
Ooh ooh ooh ooh ooh ooh
People are talking, people are talking (ooh ooh ooh ooh ooh ooh)
People are talking, people are talking
Ooh ooh ooh ooh ooh ooh
Ooh ooh ooh ooh ooh ooh
People are talking, people are talking (ooh ooh ooh ooh ooh ooh)
People are talking, people are talking
Raise a glass, 'cause I'm not done saying it.
They all wanna get rough, get away with it.
Let 'em talk 'cause we're dancing in this world alone, world alone, we're all alone.
All the double-edged people and schemes.
They make a mess then go home and get clean.
You're my best friend, so we're dancing in a world alone, a world alone, we're all alone.
People that talk, yeah, people that talk, yeah
People that talk, yeah, people that talk, yeah
People that talk, yeah, people that talk, yeah
People that talk, yeah, people that talk, yeah
Let 'em talk
Traduzione:
Quella lenta scottatura attende mentre si fa buio, ammaccando il sole.
Mi sento cresciuta con te nella tua auto, lo so che è stupido.
Mi sento cresciuta con te nella tua auto, lo so che è stupido.
Ooh ooh ooh ooh ooh ooh
Ooh ooh ooh ooh ooh ooh
Ooh ooh ooh ooh ooh ooh
Abbiamo entrambi un milione di cattive abitudini da prendere a calci, non dormire è una di queste.Stiamo mordendo le unghie, tu mi stai mordendo le labbra, io mi sto mordendo la lingua.
Ooh ooh ooh ooh ooh oohOoh ooh ooh ooh ooh oohLa gente parla, la gente parla ( ooh ooh ooh ooh ooh ooh )La gente parla, la gente parla.
Solleva un bicchiere, perché non ho ancora finito di parlarne.Tutti vogliono diventare rudi, farla franca .Lasciali parlare perché stiamo ballando in questo mondo da soli, mondo da soli, siamo tutti soli.
Tutti i miei falsi amici e tutto il loro rumore, si lamentano del lavoroStanno studiando il commercio, io studio il pavimento e tu non hai smesso di fumare per tutta la notte.Forse Internet ci ha innalzati, o forse le persone sono stupide.La gente parla, la gente parla (ma non tu)La gente parla, la gente parla.
Solleva un bicchiere, perché non ho ancora finito di parlarne.Tutti vogliono diventare rudi, farla franca .Lasciali parlare perché stiamo ballando in questo mondo da soli, mondo da soli, siamo tutti soli.
Tutte le persone a doppio taglio e gli schemi.Fanno un casino poi tornano a casa e si puliscono.Tu sei il mio migliore amico, e stiamo ballando in un mondo da soli, un mondo da soli, siamo tutti soli.
So che non siamo eterniSiamo un disastro ferroviario in attesa di accadereUn giorno il sangue non scorrerà così volentieriUn giorno saremo tutti contro il mondo (la gente che parla, sì, la gente che parla)( La gente che parla, sì, la gente che parla) ottiene ancoraOoh ooh ooh ooh ooh oohOoh ooh ooh ooh ooh oohLa gente parla, la gente parla ( ooh ooh ooh ooh ooh ooh )La gente parla, la gente parlaOoh ooh ooh ooh ooh oohOoh ooh ooh ooh ooh oohLa gente parla, la gente parla ( ooh ooh ooh ooh ooh ooh )La gente parla, la gente parla.
Solleva un bicchiere, perché non ho ancora finito di parlarne.Tutti vogliono diventare rudi, farla franca .Lasciali parlare perché stiamo ballando in questo mondo da soli, mondo da soli, siamo tutti soli.
Tutte le persone a doppio taglio e gli schemi.Fanno un casino poi tornano a casa e si puliscono.Tu sei il mio migliore amico, e stiamo ballando in un mondo da soli, un mondo da soli, siamo tutti soli.
Gente che parla, sì, gente che parla, sì
Gente che parla, sì, gente che parla, sì
Gente che parla, sì, gente che parla, sì
Gente che parla, sì, gente che parla, sì
Lasciali parlare.
lunedì 16 dicembre 2013
Vivere, amare, capirsi- tema sulla vita.
Nel libro di Leo Buscaglia Vivere, amare, capirsi c'è questa sequenza:
Io assegno spesso un tema alla mia classe... Se aveste cinque soli giorni da vivere, come li trascorrereste? E con chi? Spesso le risposte sono molto semplici. Io scrivo lunghissime annotazioni - quasi delle lettere - sui temi dei miei studenti. In questo caso scrivo: «Perché queste cose non le fai
ora?». «Se avessi cinque soli giorni da vivere direi al tale che lo amo». E io dico: fallo ora! «Se avessi cinque soli giorni da vivere, andrei sulla spiaggia a guardare il tramonto.» Che cosa stai aspettando?
Da quando ho iniziato a leggere questo saggio ho trovato tante conferme e provo a seguire il suo modo di fare e a non privarmi di niente. Però, c'è una cosa che ancora non riesco a fare e che farei se avessi solo cinque giorni di vita: prenderei un treno e andrei in un luogo qualsiasi, per poi continuare a viaggiare senza una meta precisa.
Io assegno spesso un tema alla mia classe... Se aveste cinque soli giorni da vivere, come li trascorrereste? E con chi? Spesso le risposte sono molto semplici. Io scrivo lunghissime annotazioni - quasi delle lettere - sui temi dei miei studenti. In questo caso scrivo: «Perché queste cose non le fai
ora?». «Se avessi cinque soli giorni da vivere direi al tale che lo amo». E io dico: fallo ora! «Se avessi cinque soli giorni da vivere, andrei sulla spiaggia a guardare il tramonto.» Che cosa stai aspettando?
Da quando ho iniziato a leggere questo saggio ho trovato tante conferme e provo a seguire il suo modo di fare e a non privarmi di niente. Però, c'è una cosa che ancora non riesco a fare e che farei se avessi solo cinque giorni di vita: prenderei un treno e andrei in un luogo qualsiasi, per poi continuare a viaggiare senza una meta precisa.
sabato 14 dicembre 2013
Leo Buscaglia- Vivere, Amare, Capirsi.
Leo Buscaglia (1924-1998) nacque in America da genitori italiani e fu il primo a tenere un corso sull'amore presso la University of Souther California e ciò gli è valso l'epiteto di "Dottore dell'amore".
Ho da poco iniziato a leggere Vivere, Amare, Capirsi ed ogni sua pagina è ricca di significato. Inzierò con le frasi che mi sono piaciute di più delle prime 70 pagine.
Nessun insegnante ha mai insegnato
qualcosa a qualcuno. La gente in fondo è autodidatta. La
parola «educatore» deriva dal latino «educare», verbo simile
a «edùcere» che significa guidare, condurre. E appunto questo
l'educatore deve fare: guidare, essere entusiasta, capire se
stesso, mettere tutto questo sotto gli occhi degli altri e dire:
«Guardate, è meraviglioso. Venite a mangiare con me».
Pagina 17.
Silberman dice: «Ciò
che manca è l'affetto. Le scuole sono luoghi senza allegria e
senza vitalità che soffocano i giovanissimi e distruggono la
creatività e la gioia». Dovrebbero essere i luoghi più festosi
del mondo perché, sapete, la gioia più grande è imparare.
Imparare qualcosa è fantastico perché ogni volta che imparate
qualcosa, diventate qualcosa di nuovo. Non potete
imparare senza essere costretti a riorganizzare tutto intorno
alle cose nuove che avete appreso. Perciò, vorrei parlarvi un
po' di ciò che credo sia un essere umano ricco d'amore.
Potrei dire «l'insegnante ricco d'amore», ma non mi piace.
Vedete, non si è soltanto un insegnante, si è un essere umano.
I bambini riescono a identificarsi con la gente, con gli esseri
umani. Hanno invece molte difficoltà nell'identificarsi con
gli insegnanti. Quando incominci a comportarti da insegnante,
in un ruolo fisso, ti sorprendi a dire una quantità di cose
che non avresti mai voluto dire.
Pagina 19.
«Non posso insegnarvi quello che non so» è una frase
troppo facile e troppo stupida. Eppure dobbiamo dirla. Se
devo presentarmi davanti a un gruppo di persone, devo
sapere qualcosa o avere qualcosa da dire. Se devo tenere una
lezione sulle incapacità di apprendimento, è necessario che
sappia qualcosa delle incapacità di apprendimento.
Pagina 20.
Immaginate che cosa sarebbe il mondo se ciascuno di voi
fosse incoraggiato a diventare un essere umano unico. Sapete
che cosa penso? Che l'essenza del nostro sistema d'educazione
sia rendere ciascuno eguale a tutti gli altri. E quando ci
siamo riusciti ci consideriamo fortunati. Succede sempre
così, lo vedete anche voi. «Non m'interessa la tua unicità.
M'interessa sapere se sono riuscito a darti me stesso; se tu sai
imitarmi come un pappagallo mi considero riuscito come
insegnante.»
Pagina 22.
Ognuno è eguale a tutti gli altri, e tutti sono contenti. R.D. Laing dice:
«Siamo soddisfatti quando abbiamo reso i nostri figli simili a noi: frustrati,
malsani, ciechi, sordi, ma con un alto quoziente d'intelligenza».
Pagina 25.
Noi pensiamo che essere adulti significhi
essere indipendenti e non aver bisogno di nessuno. Ecco
perché stiamo tutti morendo di solitudine. Com'è meraviglioso
sapere che gli altri hanno bisogno di noi! E com'è splendido
avere bisogno e poter dire a qualcuno: «Ho bisogno». Io
non esito a dire che ho bisogno di tutti voi, di ognuno di voi.
Il guaio è che le nostre vite si incrociano solo occasionalmente.
Ma le esperienze più grandi della mia vita le ho avute
quando due vite si intersecavano e due esseri umani riuscivano
a comunicare.
Pagina 27.
I filosofi e gli psicologi ce lo ripetono da anni. «Tu non hai
altro che te stesso. Perciò devi diventare la persona più bella,
tenera, meravigliosa, fantastica del mondo. E allora sopravviverai
sempre.» Ricordate la Medea della tragedia greca?
Ricordate la battuta di quella splendida tragedia, quando
tutto è perduto e l'oracolo le chiede: «Medea, che resta?
Tutto è distrutto, tutto è finito»? E Medea risponde: «Che
resta? Resto io». Che donna!
Pagina 28.
Basta che siate comunisti
e vi cacceranno dalla città. E non sapete neppure che cosa
significhi. Succede la medesima cosa con le parole «Negro»,
«Messicano», «Protestanti», «Cattolici», «Ebrei». Basta
un'etichetta e si crede di sapere tutto su quegli individui.
Nessuno si prende mai il disturbo di chiedersi: «Piange?
Prova qualcosa? Capisce? Ha speranze? Ama i suoi figli?».
Parole.
Pagina 32.
Una cosa interessante,
a proposito delle etichette, è che a quel tempo la mafia
era scatenata e tutti gli italiani erano considerati mafiosi. Mi
chiamavano «dago» o «wop». Sapete, gli altri bambini mi
dicevano: «Vattene, lurido "wop"». Ricordo che andai da
mio padre e gli chiesi: «Papà, che cos'è un "wop"? Che cos'è
un "dago"?». E lui mi disse: «Non badarci, Felice. Non
prendertela. Sono nomi che usa la gente. La gente ti chiama
così, ma non vuol dire niente».
Ma io me la prendevo, perché era un modo per tenere le
distanze, e quelli non imparavano mai nulla su di me chiamandomi
«wop» o «dago». Non sapevano, per esempio, che
nel «vecchio paese» mia madre era una cantante d'opera e
mio padre era cameriere. La nostra era una famiglia molto
numerosa, quanto bastava per coprire tutti i ruoli di un'opera
Pagina 33.
Se volete conoscermi, dovete entrare nella mia testa, e se io voglio
conoscere voi, non posso dire: «Quella è magra. Quella è
grassa. Quella è ebrea. Quella è cattolica». È ben di più. E
quelli di noi che si interessano dell'educazione speciale conoscono
bene queste maledette etichette.
Pagina 35.
Io penso inoltre che un individuo ricco d'amore sia spontaneo.
La cosa che più vorrei a questo mondo è vedervi
ritornare alla spontaneità iniziale, la spontaneità di un bambino
che diceva ciò che provava e pensava e si adattava
facilmente a ciò che pensavano e sentivano gli altri. Ritornare
a guardarsi l'un l'altro, veramente. Siamo dominati a tal
punto da quello che gli altri ci dicono che dobbiamo essere,
da aver dimenticato chi siamo.
Pagina 38.
Mi diverto sempre, quando devo parlare a gruppi ufficiali.
Prima di entrare, so già come andranno le cose. Io ho la
mania di toccare la gente. È spontaneità, sapete. Ci credo.
Quando tocchi qualcuno, capisci chi è.
Pagina 39.
Ma le esigenze più importanti sono quelle che riguardano la
nostra personalità... il bisogno di farci vedere, di farci conoscere,
di ottenere riconoscimenti, di realizzare qualcosa, il
bisogno di goderci il nostro mondo, il bisogno di gioire delle
meraviglie della vita, il bisogno di assaporare quanto sia
meraviglioso essere vivi. Ma abbiamo dimenticato come
guardarci l'un l'altro: non ci guardiamo, non ci ascoltiamo,
non ci tocchiamo; il cielo ci scampi. E questo vale persino nei
riguardi dei nostri figli. Secondo le regole della nostra cultura,
quando un bambino ha tre anni lo facciamo scendere
dalle nostre ginocchia e diciamo: «Non farlo, è roba da poppanti.
Non devi farlo, con tuo padre. Scendi dalle mie ginocchia,
come ti permetti di baciare tuo padre quando hai già tre
anni? Ormai sei un uomo. Gli uomini non si baciano».
Pagina 42.
Se entrerete in una classe e direte: «Questi ragazzini
sono stupidi», essi non impareranno mai niente. Entrate
e dite tra voi: «Questi bambini vogliono e possono imparare;
è compito mio accompagnarli a quella tavola apparecchiata e
mostrar loro che è fantastica». Tutti noi abbiamo bisogno di
successo e di stima. Dobbiamo essere in grado di fare qualcosa
e la cosa più grande è la gioia del proprio lavoro.
Pagina 46.
Abbiamo bisogno che ogni tanto qualcuno ci dica:
«Sei magnifico, ragazzo mio. Ben fatto. Molto bene». E non
dimenticatelo: se ne abbiamo bisogno noi, ne hanno bisogno
anche i nostri allievi. Sarebbe ora di smetterla con questa
storia dei «ventisette» errori. Errore. Errore. Errore. Errore.
Errore. Restituire i compiti con tutti i segni di «errore». Non
sarebbe meglio segnare le cose che vanno bene? «Hai messo
due cose che vanno bene, Johnny. Bravo!» Non sarebbe
meglio far sapere agli allievi che possono far bene qualcosa, e
partire da lì? È altrettanto semplice dare risalto a quello che
va bene, e vi affatichereste meno il polso.
Pagina 47.
Moltissimi cercano di farci diventare ciò che vogliono;
dopo un po' ci arrendiamo e concludiamo che forse è questo
ciò che viene chiamato «adattamento». Il cielo non voglia!
Qualche volta, qualcuno si ribella e dice: «No! Non voglio
diventare quello che vuoi tu. Io sono cosi e cosi resterò. Io
voglio diventare ciò che sono».
A volte mi domando: per quanto ci ribelliamo, siamo
veramente ciò che siamo, o siamo soltanto ciò che ci dicono
che siamo?
Pagina 50.
Possiamo fare la stessa
cosa ripetendo continuamente a qualcuno: «Sei bello, sei
bello, sei bello». Se ve lo dice un certo numero di persone,
comincerete a comportarvi come se foste belli. Assumerete
un portamento più eretto, sarete fieri di voi. Ma «Sei brutto,
sei brutto, sei brutto» vi indurrà a piegarvi, a farvi più piccoli,
fino a quando diventerete brutti davvero. «Sei sciocco!
Sei stupido!» vi faranno diventare sciocchi e stupidi.
Pagine 52-53.
C'è un'altra teoria esistenzialista che sostiene: «Io devo essere,
perché ho fatto qualcosa. Ho creato qualcosa, dunque
sono». Eppure, noi non vogliamo farlo, perché abbiamo
paura che non andrà bene, che non incontrerà l'approvazione
degli altri. Se vi viene l'impulso d'imbrattare d'inchiostro
un muro, fatelo! Siete voi: è lì che siete in quel momento, e
dovete esserne fieri. Dite: «È uscito da me, è la mia creazione.
L'ho fatto io, ed è bello». Ma noi abbiamo paura, perché
vogliamo che tutto sia perfetto. E vogliamo che i nostri figli
siano perfetti.
Pagine 55-56.
Ricordate? Vi mettevate tutti in
fila, e c'erano quei tizi grandi e grossi con il petto in fuori che
dicevano: «Scelgo te» e «Scelgo te». E vedevi che il resto della
fila spariva, e tu restavi ancora lì. Alla fine restavate in due,
tu e un altro piccoletto. E allora dicevano: «Va bene, prenderò
Buscaglia», oppure: «Prenderò il piccolo "wop"», e tu
uscivi dalla fila e ti sentivi morire perché non eri l'immagine
dell'atleta, non eri l'immagine della perfezione cui aspiravi.
Pagina 56.
L'altro giorno mi
trovavo su una spiaggia in compagnia di alcuni miei studenti,
e uno di loro ha raccolto una vecchia stella marina
disidratata e con molta delicatezza l'ha rimessa nell'acqua.
Ha detto: «Oh, è solo disidratata, ma quando assorbirà
l'acqua riprenderà a vivere». Poi ha riflettuto un po', e si è
rivolto a me e mi ha detto: «Sa, Leo, forse è questo, il
processo del divenire, forse arriviamo al punto in cui ci
inaridiamo, e ci basta un po' d'acqua per ricominciare».
Quando mi sono rialzato dalla sabbia, ho detto: «Oh!».
Forse è davvero tutto qui.
Pagine 60-61.
E così se non vi piace la scena in cui vivete, se siete
infelici, se vi sentite soli, se avete la sensazione che non
succeda niente, cambiate la scena. Dipingete un fondale nuovo.
Circondatevi di attori nuovi. Scrivete una nuova commedia...
e se la commedia non va bene, scendete dal palcoscenico
e scrivetene un'altra. Ci sono milioni di commedie...
tante quanti sono gli esseri umani.
Pagina 62.
Se ciascuno avesse anche una sola
persona nella sua vita che gli dice: «Ti amerò, indipendentemente
da tutto. Ti amerò se sei stupido, se scivoli e batti il
naso, se sbagli, se commetti errori, se ti comporti come un
essere umano... io ti amerò egualmente», allora la gente non
finirebbe negli ospedali psichiatrici. Dovremmo amarci così:
indipendentemente da tutto.
Pagina 63.
È la cosa più facile del mondo, essere se
stessi. La cosa più difficile è essere ciò che gli altri vogliono.
Non lasciatevi cacciare in questa situazione. Trovate voi
stessi, trovate ciò che siete, e mostratevi come siete. Allora
potrete vivere semplicemente.
Pagina 67.
Ho da poco iniziato a leggere Vivere, Amare, Capirsi ed ogni sua pagina è ricca di significato. Inzierò con le frasi che mi sono piaciute di più delle prime 70 pagine.
Nessun insegnante ha mai insegnato
qualcosa a qualcuno. La gente in fondo è autodidatta. La
parola «educatore» deriva dal latino «educare», verbo simile
a «edùcere» che significa guidare, condurre. E appunto questo
l'educatore deve fare: guidare, essere entusiasta, capire se
stesso, mettere tutto questo sotto gli occhi degli altri e dire:
«Guardate, è meraviglioso. Venite a mangiare con me».
Pagina 17.
Silberman dice: «Ciò
che manca è l'affetto. Le scuole sono luoghi senza allegria e
senza vitalità che soffocano i giovanissimi e distruggono la
creatività e la gioia». Dovrebbero essere i luoghi più festosi
del mondo perché, sapete, la gioia più grande è imparare.
Imparare qualcosa è fantastico perché ogni volta che imparate
qualcosa, diventate qualcosa di nuovo. Non potete
imparare senza essere costretti a riorganizzare tutto intorno
alle cose nuove che avete appreso. Perciò, vorrei parlarvi un
po' di ciò che credo sia un essere umano ricco d'amore.
Potrei dire «l'insegnante ricco d'amore», ma non mi piace.
Vedete, non si è soltanto un insegnante, si è un essere umano.
I bambini riescono a identificarsi con la gente, con gli esseri
umani. Hanno invece molte difficoltà nell'identificarsi con
gli insegnanti. Quando incominci a comportarti da insegnante,
in un ruolo fisso, ti sorprendi a dire una quantità di cose
che non avresti mai voluto dire.
Pagina 19.
«Non posso insegnarvi quello che non so» è una frase
troppo facile e troppo stupida. Eppure dobbiamo dirla. Se
devo presentarmi davanti a un gruppo di persone, devo
sapere qualcosa o avere qualcosa da dire. Se devo tenere una
lezione sulle incapacità di apprendimento, è necessario che
sappia qualcosa delle incapacità di apprendimento.
Pagina 20.
Immaginate che cosa sarebbe il mondo se ciascuno di voi
fosse incoraggiato a diventare un essere umano unico. Sapete
che cosa penso? Che l'essenza del nostro sistema d'educazione
sia rendere ciascuno eguale a tutti gli altri. E quando ci
siamo riusciti ci consideriamo fortunati. Succede sempre
così, lo vedete anche voi. «Non m'interessa la tua unicità.
M'interessa sapere se sono riuscito a darti me stesso; se tu sai
imitarmi come un pappagallo mi considero riuscito come
insegnante.»
Pagina 22.
Ognuno è eguale a tutti gli altri, e tutti sono contenti. R.D. Laing dice:
«Siamo soddisfatti quando abbiamo reso i nostri figli simili a noi: frustrati,
malsani, ciechi, sordi, ma con un alto quoziente d'intelligenza».
Pagina 25.
Noi pensiamo che essere adulti significhi
essere indipendenti e non aver bisogno di nessuno. Ecco
perché stiamo tutti morendo di solitudine. Com'è meraviglioso
sapere che gli altri hanno bisogno di noi! E com'è splendido
avere bisogno e poter dire a qualcuno: «Ho bisogno». Io
non esito a dire che ho bisogno di tutti voi, di ognuno di voi.
Il guaio è che le nostre vite si incrociano solo occasionalmente.
Ma le esperienze più grandi della mia vita le ho avute
quando due vite si intersecavano e due esseri umani riuscivano
a comunicare.
Pagina 27.
I filosofi e gli psicologi ce lo ripetono da anni. «Tu non hai
altro che te stesso. Perciò devi diventare la persona più bella,
tenera, meravigliosa, fantastica del mondo. E allora sopravviverai
sempre.» Ricordate la Medea della tragedia greca?
Ricordate la battuta di quella splendida tragedia, quando
tutto è perduto e l'oracolo le chiede: «Medea, che resta?
Tutto è distrutto, tutto è finito»? E Medea risponde: «Che
resta? Resto io». Che donna!
Pagina 28.
Basta che siate comunisti
e vi cacceranno dalla città. E non sapete neppure che cosa
significhi. Succede la medesima cosa con le parole «Negro»,
«Messicano», «Protestanti», «Cattolici», «Ebrei». Basta
un'etichetta e si crede di sapere tutto su quegli individui.
Nessuno si prende mai il disturbo di chiedersi: «Piange?
Prova qualcosa? Capisce? Ha speranze? Ama i suoi figli?».
Parole.
Pagina 32.
Una cosa interessante,
a proposito delle etichette, è che a quel tempo la mafia
era scatenata e tutti gli italiani erano considerati mafiosi. Mi
chiamavano «dago» o «wop». Sapete, gli altri bambini mi
dicevano: «Vattene, lurido "wop"». Ricordo che andai da
mio padre e gli chiesi: «Papà, che cos'è un "wop"? Che cos'è
un "dago"?». E lui mi disse: «Non badarci, Felice. Non
prendertela. Sono nomi che usa la gente. La gente ti chiama
così, ma non vuol dire niente».
Ma io me la prendevo, perché era un modo per tenere le
distanze, e quelli non imparavano mai nulla su di me chiamandomi
«wop» o «dago». Non sapevano, per esempio, che
nel «vecchio paese» mia madre era una cantante d'opera e
mio padre era cameriere. La nostra era una famiglia molto
numerosa, quanto bastava per coprire tutti i ruoli di un'opera
Pagina 33.
Se volete conoscermi, dovete entrare nella mia testa, e se io voglio
conoscere voi, non posso dire: «Quella è magra. Quella è
grassa. Quella è ebrea. Quella è cattolica». È ben di più. E
quelli di noi che si interessano dell'educazione speciale conoscono
bene queste maledette etichette.
Pagina 35.
Io penso inoltre che un individuo ricco d'amore sia spontaneo.
La cosa che più vorrei a questo mondo è vedervi
ritornare alla spontaneità iniziale, la spontaneità di un bambino
che diceva ciò che provava e pensava e si adattava
facilmente a ciò che pensavano e sentivano gli altri. Ritornare
a guardarsi l'un l'altro, veramente. Siamo dominati a tal
punto da quello che gli altri ci dicono che dobbiamo essere,
da aver dimenticato chi siamo.
Pagina 38.
Mi diverto sempre, quando devo parlare a gruppi ufficiali.
Prima di entrare, so già come andranno le cose. Io ho la
mania di toccare la gente. È spontaneità, sapete. Ci credo.
Quando tocchi qualcuno, capisci chi è.
Pagina 39.
Ma le esigenze più importanti sono quelle che riguardano la
nostra personalità... il bisogno di farci vedere, di farci conoscere,
di ottenere riconoscimenti, di realizzare qualcosa, il
bisogno di goderci il nostro mondo, il bisogno di gioire delle
meraviglie della vita, il bisogno di assaporare quanto sia
meraviglioso essere vivi. Ma abbiamo dimenticato come
guardarci l'un l'altro: non ci guardiamo, non ci ascoltiamo,
non ci tocchiamo; il cielo ci scampi. E questo vale persino nei
riguardi dei nostri figli. Secondo le regole della nostra cultura,
quando un bambino ha tre anni lo facciamo scendere
dalle nostre ginocchia e diciamo: «Non farlo, è roba da poppanti.
Non devi farlo, con tuo padre. Scendi dalle mie ginocchia,
come ti permetti di baciare tuo padre quando hai già tre
anni? Ormai sei un uomo. Gli uomini non si baciano».
Pagina 42.
Se entrerete in una classe e direte: «Questi ragazzini
sono stupidi», essi non impareranno mai niente. Entrate
e dite tra voi: «Questi bambini vogliono e possono imparare;
è compito mio accompagnarli a quella tavola apparecchiata e
mostrar loro che è fantastica». Tutti noi abbiamo bisogno di
successo e di stima. Dobbiamo essere in grado di fare qualcosa
e la cosa più grande è la gioia del proprio lavoro.
Pagina 46.
Abbiamo bisogno che ogni tanto qualcuno ci dica:
«Sei magnifico, ragazzo mio. Ben fatto. Molto bene». E non
dimenticatelo: se ne abbiamo bisogno noi, ne hanno bisogno
anche i nostri allievi. Sarebbe ora di smetterla con questa
storia dei «ventisette» errori. Errore. Errore. Errore. Errore.
Errore. Restituire i compiti con tutti i segni di «errore». Non
sarebbe meglio segnare le cose che vanno bene? «Hai messo
due cose che vanno bene, Johnny. Bravo!» Non sarebbe
meglio far sapere agli allievi che possono far bene qualcosa, e
partire da lì? È altrettanto semplice dare risalto a quello che
va bene, e vi affatichereste meno il polso.
Pagina 47.
Moltissimi cercano di farci diventare ciò che vogliono;
dopo un po' ci arrendiamo e concludiamo che forse è questo
ciò che viene chiamato «adattamento». Il cielo non voglia!
Qualche volta, qualcuno si ribella e dice: «No! Non voglio
diventare quello che vuoi tu. Io sono cosi e cosi resterò. Io
voglio diventare ciò che sono».
A volte mi domando: per quanto ci ribelliamo, siamo
veramente ciò che siamo, o siamo soltanto ciò che ci dicono
che siamo?
Pagina 50.
Possiamo fare la stessa
cosa ripetendo continuamente a qualcuno: «Sei bello, sei
bello, sei bello». Se ve lo dice un certo numero di persone,
comincerete a comportarvi come se foste belli. Assumerete
un portamento più eretto, sarete fieri di voi. Ma «Sei brutto,
sei brutto, sei brutto» vi indurrà a piegarvi, a farvi più piccoli,
fino a quando diventerete brutti davvero. «Sei sciocco!
Sei stupido!» vi faranno diventare sciocchi e stupidi.
Pagine 52-53.
C'è un'altra teoria esistenzialista che sostiene: «Io devo essere,
perché ho fatto qualcosa. Ho creato qualcosa, dunque
sono». Eppure, noi non vogliamo farlo, perché abbiamo
paura che non andrà bene, che non incontrerà l'approvazione
degli altri. Se vi viene l'impulso d'imbrattare d'inchiostro
un muro, fatelo! Siete voi: è lì che siete in quel momento, e
dovete esserne fieri. Dite: «È uscito da me, è la mia creazione.
L'ho fatto io, ed è bello». Ma noi abbiamo paura, perché
vogliamo che tutto sia perfetto. E vogliamo che i nostri figli
siano perfetti.
Pagine 55-56.
Ricordate? Vi mettevate tutti in
fila, e c'erano quei tizi grandi e grossi con il petto in fuori che
dicevano: «Scelgo te» e «Scelgo te». E vedevi che il resto della
fila spariva, e tu restavi ancora lì. Alla fine restavate in due,
tu e un altro piccoletto. E allora dicevano: «Va bene, prenderò
Buscaglia», oppure: «Prenderò il piccolo "wop"», e tu
uscivi dalla fila e ti sentivi morire perché non eri l'immagine
dell'atleta, non eri l'immagine della perfezione cui aspiravi.
Pagina 56.
L'altro giorno mi
trovavo su una spiaggia in compagnia di alcuni miei studenti,
e uno di loro ha raccolto una vecchia stella marina
disidratata e con molta delicatezza l'ha rimessa nell'acqua.
Ha detto: «Oh, è solo disidratata, ma quando assorbirà
l'acqua riprenderà a vivere». Poi ha riflettuto un po', e si è
rivolto a me e mi ha detto: «Sa, Leo, forse è questo, il
processo del divenire, forse arriviamo al punto in cui ci
inaridiamo, e ci basta un po' d'acqua per ricominciare».
Quando mi sono rialzato dalla sabbia, ho detto: «Oh!».
Forse è davvero tutto qui.
Pagine 60-61.
E così se non vi piace la scena in cui vivete, se siete
infelici, se vi sentite soli, se avete la sensazione che non
succeda niente, cambiate la scena. Dipingete un fondale nuovo.
Circondatevi di attori nuovi. Scrivete una nuova commedia...
e se la commedia non va bene, scendete dal palcoscenico
e scrivetene un'altra. Ci sono milioni di commedie...
tante quanti sono gli esseri umani.
Pagina 62.
Se ciascuno avesse anche una sola
persona nella sua vita che gli dice: «Ti amerò, indipendentemente
da tutto. Ti amerò se sei stupido, se scivoli e batti il
naso, se sbagli, se commetti errori, se ti comporti come un
essere umano... io ti amerò egualmente», allora la gente non
finirebbe negli ospedali psichiatrici. Dovremmo amarci così:
indipendentemente da tutto.
Pagina 63.
È la cosa più facile del mondo, essere se
stessi. La cosa più difficile è essere ciò che gli altri vogliono.
Non lasciatevi cacciare in questa situazione. Trovate voi
stessi, trovate ciò che siete, e mostratevi come siete. Allora
potrete vivere semplicemente.
Pagina 67.
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giovedì 12 dicembre 2013
400 lux, Lorde- Traduzione.
Testo:
We're never done with killing time
Can I kill it with you?
'Til our veins run red and blue
We come around here all the time
Got a lot to not do
Let me kill it with you
You pick me up and take me home again
Head out the window again
We're hollow like the bottles that we drain
You drape your wrist over the steering wheel
Pulses can drive from here
We might be hollow, but we're brave
And I like you
I love these roads where the houses don't change
Where we can talk like there's something to say
I'm glad that we stopped kissing the tar on the highway
We move in between streets
I'd like it if you stayed
Now we're wearing long sleeves
And the heating comes on
You buy me orange juice
We're getting good at this
Dreams of clean teeth
I can tell that you're tired
But you keep the car on
While you're waiting out front
Can I kill it with you?
'Til our veins run red and blue
We come around here all the time
Got a lot to not do
Let me kill it with you
You pick me up and take me home again
Head out the window again
We're hollow like the bottles that we drain
You drape your wrist over the steering wheel
Pulses can drive from here
We might be hollow, but we're brave
And I like you
I love these roads where the houses don't change
Where we can talk like there's something to say
I'm glad that we stopped kissing the tar on the highway
We move in between streets
I'd like it if you stayed
Now we're wearing long sleeves
And the heating comes on
You buy me orange juice
We're getting good at this
Dreams of clean teeth
I can tell that you're tired
But you keep the car on
While you're waiting out front
Non finiamo mai di ammazzare il tempo
Posso ammazzarlo con te?
Fino a quando nelle nostre vene non correranno il rosso e il blu
Veniamo qui intorno tutto il tempo
Senza avere molto da fare
Lasciamelo uccidere con te.
Tu mi prendi e mi porti a casa di nuovo,
Di nuovo la testa fuori dalla finestra
Siamo vuoti come le bottiglie che abbiamo prosciugato
Tu orni il tuo polso sopra il volante
I battiti possono guidare da qui
Potremmo essere vuoti, ma siamo coraggiosi.
E mi piaci
Amo queste strade dove le case non cambiano
Dove possiamo parlare come se ci fosse qualcosa da dire
Sono contenta che abbiamo smesso di baciare il catrame sull'autostrada
Ci muoviamo tra le strade
Mi farebbe piacere se restassi.
Amo queste strade dove le case non cambiano
Dove possiamo parlare come se ci fosse qualcosa da dire
Sono contenta che abbiamo smesso di baciare il catrame sull'autostrada
Ci muoviamo tra le strade
Mi farebbe piacere se restassi.
Ora stiamo indossando maniche lunghe
E il riscaldamento si accende
Mi compri del succo d'arancia
Stiamo diventando bravi in questo
Sogni di denti puliti
Posso dire che sei stanco
Ma continui a stare in auto
Mentre stai aspettando di fronte.
E il riscaldamento si accende
Mi compri del succo d'arancia
Stiamo diventando bravi in questo
Sogni di denti puliti
Posso dire che sei stanco
Ma continui a stare in auto
Mentre stai aspettando di fronte.
mercoledì 11 dicembre 2013
Goddess, Josephine Angelini- Recensione.
Ieri ho terminato Goddess di Josephine Angelini, ultimo volume della trilogia di Starcrossed.
Dopo aver accidentalmente liberato l’intero pantheon della mitologia greca dall’esilio sull’Olimpo, Helen deve riuscire a imprigionare di nuovo tutti gli dèi senza scatenare una guerra che potrebbe essere devastante. Ma l’ira divina è violenta, così come la sete di sangue. I poteri di Helen sono aumentati e al tempo stesso è cresciuta la distanza fra lei e i suoi amici di sempre. Un oracolo infatti rivela che il male si è insinuato fra loro: c’è un traditore nella sua cerchia e i sospetti ricadono proprio sul bellissimo Orion. Helen, combattuta fra l’amore per Orion e quello per Lucas, sarà costretta a prendere difficilissime decisioni, nel disperato tentativo di evitare uno scontro finale fra dèi e mortali.
Il suo destino si sta per compiere, mentre una feroce battaglia si avvicina inesorabile. Solo una dea potrà sorgere per salvare il mondo: è scritto nelle stelle.
Passioni, guerre, sconfitte e vittorie si intrecciano magistralmente in questo avvincente capitolo finale di una trilogia che è già diventata un mito.
Da qui inizia la recensione vera e proprio, contiene spoiler, quindi in caso non vogliate rovinarvi la sorpresa, non proseguite oltre.
Starcrossed è stato il romanzo d'esordio della Angelini e in esso si notava una certa incompletezza e inesperienza. Mentre Goddess è il libro migliore della trilogia. Gli scontri sono ben descritti e la tensione è alta durante gran parte del libro. Avevo capito già dopo poco che Helen fosse il Tiranno, ma mi è piaciuta comunque la serie di passaggi che si è susseguita per arrivare a tale scoperta. I riferimenti alla mitologia sono ben delineati e finalmente si capisce cosa nascondono tutti i personaggi, specialmente Daphne, la madre di Helen. Il finale, però, è forse un po' troppo frettoloso. Helen e Lucas non saranno mai tranquilli davvero, ma almeno potranno vivere in pace il loro intenso amore.
Dopo aver accidentalmente liberato l’intero pantheon della mitologia greca dall’esilio sull’Olimpo, Helen deve riuscire a imprigionare di nuovo tutti gli dèi senza scatenare una guerra che potrebbe essere devastante. Ma l’ira divina è violenta, così come la sete di sangue. I poteri di Helen sono aumentati e al tempo stesso è cresciuta la distanza fra lei e i suoi amici di sempre. Un oracolo infatti rivela che il male si è insinuato fra loro: c’è un traditore nella sua cerchia e i sospetti ricadono proprio sul bellissimo Orion. Helen, combattuta fra l’amore per Orion e quello per Lucas, sarà costretta a prendere difficilissime decisioni, nel disperato tentativo di evitare uno scontro finale fra dèi e mortali.
Il suo destino si sta per compiere, mentre una feroce battaglia si avvicina inesorabile. Solo una dea potrà sorgere per salvare il mondo: è scritto nelle stelle.
Passioni, guerre, sconfitte e vittorie si intrecciano magistralmente in questo avvincente capitolo finale di una trilogia che è già diventata un mito.
Da qui inizia la recensione vera e proprio, contiene spoiler, quindi in caso non vogliate rovinarvi la sorpresa, non proseguite oltre.
Starcrossed è stato il romanzo d'esordio della Angelini e in esso si notava una certa incompletezza e inesperienza. Mentre Goddess è il libro migliore della trilogia. Gli scontri sono ben descritti e la tensione è alta durante gran parte del libro. Avevo capito già dopo poco che Helen fosse il Tiranno, ma mi è piaciuta comunque la serie di passaggi che si è susseguita per arrivare a tale scoperta. I riferimenti alla mitologia sono ben delineati e finalmente si capisce cosa nascondono tutti i personaggi, specialmente Daphne, la madre di Helen. Il finale, però, è forse un po' troppo frettoloso. Helen e Lucas non saranno mai tranquilli davvero, ma almeno potranno vivere in pace il loro intenso amore.
martedì 10 dicembre 2013
Still Sane, Lorde- Traduzione
Testo:
Today is my birthday, and I'm riding high
Hair is dripping, hiding that I'm terrified
But this is summer, playing dumber than in fall
Everything I say falls right back
Into everything I'm not
In the swing of things
But what I really mean is
Not in the swing of things yet
Riding around on the bikes, we’re still sane
I won’t be her, tripping over onstage
Hey, it’s all cool, I still like hotels, but I think that'll change
Still like hotels, and my newfound fame
Hey, promise I can stay good
(Everything feels right)
I'm little, but I'm coming for the crown
I'm little, but I’m coming for you
(Chase paper, get it)
I'm little but I’m coming for the title
Held by everyone who’s up
All work and no play
Never made me lose it
All business all day
Keeps me up a level
All work and no play
Keeps me on the new shit, yeah
All work and no play
Let me count the bruises
All business all day
Keeps me up a level
All work and no play
Lonely on the new shit, yeah, yeah
Only bad people live to see their likeness set in stone
Only bad people live to see their likeness set in stone
What does that make me?
I'm not in the swing of things
But what I really mean is
Not in the swing of things yet
All work and no play
Never made me lose it
All business all day
Keeps me up a level
All work and no play
Keeps me on the new shit, yeah
Hair is dripping, hiding that I'm terrified
But this is summer, playing dumber than in fall
Everything I say falls right back
Into everything I'm not
In the swing of things
But what I really mean is
Not in the swing of things yet
Riding around on the bikes, we’re still sane
I won’t be her, tripping over onstage
Hey, it’s all cool, I still like hotels, but I think that'll change
Still like hotels, and my newfound fame
Hey, promise I can stay good
(Everything feels right)
I'm little, but I'm coming for the crown
I'm little, but I’m coming for you
(Chase paper, get it)
I'm little but I’m coming for the title
Held by everyone who’s up
All work and no play
Never made me lose it
All business all day
Keeps me up a level
All work and no play
Keeps me on the new shit, yeah
All work and no play
Let me count the bruises
All business all day
Keeps me up a level
All work and no play
Lonely on the new shit, yeah, yeah
Only bad people live to see their likeness set in stone
Only bad people live to see their likeness set in stone
What does that make me?
I'm not in the swing of things
But what I really mean is
Not in the swing of things yet
All work and no play
Never made me lose it
All business all day
Keeps me up a level
All work and no play
Keeps me on the new shit, yeah
Traduzione:
Oggi è il mio compleanno e sto avendo successo.
I capelli stanno gocciolando, mentre nascondono che sono terrorizzata.
Ma questa è l'estate, giocare in modo più stupido che in autunno.
Tutto ciò che dico ricade proprio indietro
In tutto quello che non sono
Nell'altalena delle cose
Ma cosa intendo davvero non è ancora nell'altalena delle cose.
Nell'altalena delle cose
Ma cosa intendo davvero non è ancora nell'altalena delle cose.
Girando sulle moto, siamo ancora sani di mente
Non sarò lei, saltellando sul palco
Ehi, è tutto eccezionale, mi piacciono ancora gli hotel, ma credo che cambiarà
Ancora come gli alberghi e la mia fama ritrovata
Ehi, prometto che posso stare bene ( Tutto sembra andare bene )
Sono piccola, ma sto cercando la corona
Sono piccola, ma sto cercando te
(Caccia alla volpe, fallo)
Sono piccola ma sto cercando il titolo
Detenuto da tutti coloro che stanno sopra.
Non sarò lei, saltellando sul palco
Ehi, è tutto eccezionale, mi piacciono ancora gli hotel, ma credo che cambiarà
Ancora come gli alberghi e la mia fama ritrovata
Ehi, prometto che posso stare bene ( Tutto sembra andare bene )
Sono piccola, ma sto cercando la corona
Sono piccola, ma sto cercando te
(Caccia alla volpe, fallo)
Sono piccola ma sto cercando il titolo
Detenuto da tutti coloro che stanno sopra.
Tutto lavoro e niente gioco
Non me lo ha fatto perdere
Tutto il lavoro per tutto il giorno
Mi tiene su un livello
Tutto lavoro e niente gioco
Mi tiene sulla nuova merda, sì.
Tutto lavoro e niente gioco
Non me lo ha fatto perdere
Tutto il lavoro per tutto il giorno
Mi tiene su un livello
Tutto lavoro e niente gioco
Mi tiene sulla nuova merda, sì, sì.
Non me lo ha fatto perdere
Tutto il lavoro per tutto il giorno
Mi tiene su un livello
Tutto lavoro e niente gioco
Mi tiene sulla nuova merda, sì, sì.
Solo le persone cattive vivono per vedere il loro ritratto scolpito nella pietra.
Solo le persone cattive vivono per vedere il loro ritratto scolpito nella pietra.
Cosa mi rende?
Non sono nell'altalena delle cose,
Ma cosa intendo davvero non è ancora nell'altalena delle cose.
Ma cosa intendo davvero non è ancora nell'altalena delle cose.
Tutto lavoro e niente gioco
Non me lo ha fatto perdere
Tutto il lavoro per tutto il giorno
Mi tiene su un livello
Tutto lavoro e niente gioco
Mi tiene sulla nuova merda, sì.
Non me lo ha fatto perdere
Tutto il lavoro per tutto il giorno
Mi tiene su un livello
Tutto lavoro e niente gioco
Mi tiene sulla nuova merda, sì.
Ribs, Lorde- Traduzione.
Testo:
The drink you spilt all over me
"Lover's Spit" left on repeat
My mom and dad let me stay home
It drives you crazy getting old
We can talk it so good
We can make it so divine
We can talk it good, how you wish you would be all the time
The drink you spilt all over me
"Lover's Spit" left on repeat
My mom and dad let me stay home
It drives you crazy getting old
The drink you spilt all over me
"Lover's Spit" left on repeat
My mom and dad let me stay home
It drives you crazy getting old
This dream isn't feeling sweet
We're reeling through the midnight streets
And I've never felt more alone
It feels so scary getting old
We can talk it so good
We can make it so divine
We can talk it good, how you wish you would be all the time
This dream isn't feeling sweet
We're reeling through the midnight streets
And I've never felt more alone
Feels so scary getting old
This dream isn't feeling sweet
We're reeling through the midnight streets
And I've never felt more alone
Feels so scary getting old
I want them back (I want them back)
The minds we had (the minds we had)
Our thoughts (our thoughts)
Move 'round their heads (move 'round their heads)
I want them back (I want them back)
The minds we had (the minds we had)
It's not enough to feel the lack (I want them back, I want them back)
I want it!
You're the only friend I need (you're the only friend I need)
Sharing beds like little kids (sharing beds like little kids)
We'll laugh until our ribs get tough (we'll laugh until our ribs get tough)
But that will never be enough (but that will never be enough)
You're the only friend I need (you're the only friend I need)
Sharing beds like little kids (sharing beds like little kids)
We'll laugh until our ribs get tough (We'll laugh until our ribs get tough)
But that will never be enough (but that will never be enough)
That will never be enough
That will never be enough
That will never be enough
That will never be enough
That will never be enough
"Lover's Spit" left on repeat
My mom and dad let me stay home
It drives you crazy getting old
We can talk it so good
We can make it so divine
We can talk it good, how you wish you would be all the time
The drink you spilt all over me
"Lover's Spit" left on repeat
My mom and dad let me stay home
It drives you crazy getting old
The drink you spilt all over me
"Lover's Spit" left on repeat
My mom and dad let me stay home
It drives you crazy getting old
This dream isn't feeling sweet
We're reeling through the midnight streets
And I've never felt more alone
It feels so scary getting old
We can talk it so good
We can make it so divine
We can talk it good, how you wish you would be all the time
This dream isn't feeling sweet
We're reeling through the midnight streets
And I've never felt more alone
Feels so scary getting old
This dream isn't feeling sweet
We're reeling through the midnight streets
And I've never felt more alone
Feels so scary getting old
I want them back (I want them back)
The minds we had (the minds we had)
Our thoughts (our thoughts)
Move 'round their heads (move 'round their heads)
I want them back (I want them back)
The minds we had (the minds we had)
It's not enough to feel the lack (I want them back, I want them back)
I want it!
You're the only friend I need (you're the only friend I need)
Sharing beds like little kids (sharing beds like little kids)
We'll laugh until our ribs get tough (we'll laugh until our ribs get tough)
But that will never be enough (but that will never be enough)
You're the only friend I need (you're the only friend I need)
Sharing beds like little kids (sharing beds like little kids)
We'll laugh until our ribs get tough (We'll laugh until our ribs get tough)
But that will never be enough (but that will never be enough)
That will never be enough
That will never be enough
That will never be enough
That will never be enough
That will never be enough
Traduzione:
La bevanda che hai versato su di me."Lo spruzzo degli amanti " lasciato a ripetizione.Mia madre e mio padre mi hanno lasciato a casa.
Invecchiare ti fa diventare pazzo.
Possiamo parlarne così bene,Possiamo renderlo così divino,Possiamo parlarne bene, come vorresti fosse tutto il tempo.
La bevanda che hai versato su di me,"Lo spruzzo degli amanti " lasciato a ripetizione.Mia madre e mio padre mi hanno lasciato a casa.
Invecchiare ti fa diventare pazzo.
La bevanda che hai versato su di me,"Lo spruzzo degli amanti " lasciato a ripetizione.Mia madre e mio padre mi hanno lasciato a casa.
Invecchiare ti fa diventare pazzo.
Questo sogno non si ritiene dolce,Stiamo barcollando attraverso le strade di mezzanotteE non mi sono mai sentita più sola,Fa così paura invecchiare.
Possiamo parlarne così bene,Possiamo renderlo così divino,Possiamo parlarne bene, come vorresti fosse tutto il tempo.
Questo sogno non si ritiene dolce,Stiamo barcollando attraverso le strade di mezzanotte,E non mi sono mai sentita più sola,Fa così paura invecchiare.
Questo sogno non si ritiene dolce,Stiamo barcollando attraverso le strade di mezzanotte,E non mi sono mai sentita più sola,Fa così paura invecchiare.
Li voglio indietro (io li voglio indietro).
Le menti che avevamo (le menti che avevamo).
I nostri pensieri (i nostri pensieri).
Le loro teste mosse intorno (Le loro teste mosse intorno).
Le menti che avevamo (le menti che avevamo).
I nostri pensieri (i nostri pensieri).
Le loro teste mosse intorno (Le loro teste mosse intorno).
Li voglio indietro (io li voglio indietro).
Le menti che avevamo (le menti che avevamo).
I nostri pensieri (i nostri pensieri).
Le menti che avevamo (le menti che avevamo).
I nostri pensieri (i nostri pensieri).
Le loro teste mosse intorno (Le loro teste mosse intorno).
Lo voglio!
Tu sei l'unico amico di cui ho bisogno (tu sei l'unico amico di cui ho bisogno).
Condividendo i letti come bambini piccoli (condividendo i letti come bambini piccoli).
Rideremo finché le nostre costole non diventeranno dure (rideremo finché le nostre costole non diventeranno dure).
Ma non sarà mai abbastanza (ma non sarà mai abbastanza).
Condividendo i letti come bambini piccoli (condividendo i letti come bambini piccoli).
Rideremo finché le nostre costole non diventeranno dure (rideremo finché le nostre costole non diventeranno dure).
Ma non sarà mai abbastanza (ma non sarà mai abbastanza).
Non sarà mai abbastanza.
Non sarà mai abbastanza.
Non sarà mai abbastanza.
Non sarà mai abbastanza.
Non sarà mai abbastanza.
giovedì 5 dicembre 2013
Dreamless, Josephine Angelini- Recensione.
Ieri ho terminato Dreamless di Josephine Angelini, secondo volume della trilogia di Starcrossed.
Ritroviamo Helen, che nel frattempo è diventata la Discendente, la prescelta dagli dèi. Ogni notte si addormenta nel suo letto e raggiunge l'aldilà dove affronta prove indicibili per trovare le Furie, liberarle dalla loro ira e rompere così il ciclo di faide tra le Case. Ogni mattina si risveglia, stanchissima e provata, costretta a cominciare una nuova giornata di allenamenti. È sempre più spossata e sofferente oltre che sola, dato che Lucas ora la tiene lontana. Helen è triste e profondamente sfiduciata, quando durante una delle sue discese agli inferi si imbatte in Orione, un semi-dio bello come il sole, capace di far tremare la terra e il suo cuore. Di notte si incontrano nell'Ade e di giorno si scambiano messaggi al cellulare. Lucas impazzisce di gelosia e in lui si scatenano poteri sconosciuti: adesso è in grado di controllare totalmente la luce e di rendersi invisibile. Divisa fra l'attrazione per il nuovo pretendente e l'amore impossibile per il cugino, Helen si ritroverà a sfidare i suoi limiti per il bene dell'umanità intera.
Da qui inizia la recensione vera e proprio, contiene spoiler, quindi in caso non vogliate rovinarvi la sorpresa, non proseguite oltre.
I riferimenti alla mitologia mi sono piaciuto maggiormente rispetto a quelli del primo volume. Ho apprezzato anche l'entrata in scena degli dèi veri e propri e soprattuto la descrizione di Morfeo e del suo palazzo. In più trovo che gli Inferi siano un luogo accattivante, nonostante la loro spettralità. Il libro è inizialmente un po' lento, ma poi procede velocemente. Solo che trovo eccessivamente fastidiosi i continui riferimenti alla bellezza fisica di Helen, Orion e dei Delos. C'è tanto altro per definire una persona.
Orion ha un suo perché come personaggio e non è solo il classico belloccio. Non è male. Spero che il finale di questa trilogia non sia deludente.
Ritroviamo Helen, che nel frattempo è diventata la Discendente, la prescelta dagli dèi. Ogni notte si addormenta nel suo letto e raggiunge l'aldilà dove affronta prove indicibili per trovare le Furie, liberarle dalla loro ira e rompere così il ciclo di faide tra le Case. Ogni mattina si risveglia, stanchissima e provata, costretta a cominciare una nuova giornata di allenamenti. È sempre più spossata e sofferente oltre che sola, dato che Lucas ora la tiene lontana. Helen è triste e profondamente sfiduciata, quando durante una delle sue discese agli inferi si imbatte in Orione, un semi-dio bello come il sole, capace di far tremare la terra e il suo cuore. Di notte si incontrano nell'Ade e di giorno si scambiano messaggi al cellulare. Lucas impazzisce di gelosia e in lui si scatenano poteri sconosciuti: adesso è in grado di controllare totalmente la luce e di rendersi invisibile. Divisa fra l'attrazione per il nuovo pretendente e l'amore impossibile per il cugino, Helen si ritroverà a sfidare i suoi limiti per il bene dell'umanità intera.
Da qui inizia la recensione vera e proprio, contiene spoiler, quindi in caso non vogliate rovinarvi la sorpresa, non proseguite oltre.
I riferimenti alla mitologia mi sono piaciuto maggiormente rispetto a quelli del primo volume. Ho apprezzato anche l'entrata in scena degli dèi veri e propri e soprattuto la descrizione di Morfeo e del suo palazzo. In più trovo che gli Inferi siano un luogo accattivante, nonostante la loro spettralità. Il libro è inizialmente un po' lento, ma poi procede velocemente. Solo che trovo eccessivamente fastidiosi i continui riferimenti alla bellezza fisica di Helen, Orion e dei Delos. C'è tanto altro per definire una persona.
Orion ha un suo perché come personaggio e non è solo il classico belloccio. Non è male. Spero che il finale di questa trilogia non sia deludente.
domenica 1 dicembre 2013
Il potere e le sue conseguenze.
Nella nostra vita ci ritroviamo, spesso, in condizioni di subordinazione e le persone che detengono il potere si arrogano il diritto di comportarsi in modo sgarbato senza che noi possiamo farci niente. È tutto così ingiusto, bisogna stare lì a subire, perché magari abbiamo bisogno di quel lavoro o di ciò che produce quella persona. Non dovremmo farci trattare male da nessuno. Siamo tutti delle persone e siamo uguali!
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