Dopo aver saltato il mese di Febbraio perché il romanzo non mi aveva preso, ho cambiato totalmente idea riguardo al libro scelto per il mese di Marzo (e votato anche da me), che è stato A sangue freddo di Truman Capote, il più grande capolavoro e best seller dell'autore statunitense, pubblicato nel 1965 e in Italia nel 1966. Forse al giorno d'oggi, che siamo bombardati continuamente da notizie e ricostruzioni di omicidi e sparizioni, non saremmo stati colpiti da un romanzo simile, ma, comunque, ancora adesso, resta secondo me un libro da leggere e che colpisce tanto. Il romanzo riprende e segue un caso di cronaca reale, l'omicidio dei coniugi Clutter e di due dei loro 4 figli (le prime due figlie erano già sposate e non vivevano più con i genitori) Nancy, di 16 anni, e Kenyon, di 15, avvenuto ad Holcomb, nel Kansas, nella notte del 15 novembre 1959 e del quale Capote lesse un trafiletto sul New York Times. Ciò lo portò a recarsi sul luogo, ad effettuare le sue ricerche personali e ad avere più volte colloqui con i due responsabili del crimine, fermati circa 6 settimane dopo i fatti. Capote ricostruisce tutto nei minimi dettagli, dalla scoperta degli efferati omicidi, passando per le iniziali indagini della polizia locale, fino all'arresto dei due colpevoli, la loro vita in carcere e la loro esecuzione, avvenuta per impiccagione solamente 5 anni più tardi.
Non so bene come mai, ma il libro mi ha presa sin dal primo momento, pagina dopo pagina, tanto da continuare la lettura quasi ad oltranza, Capote descrive i fatti con abilità, ma, al tempo stesso, non giudica nessuno, né le vittime, né, soprattutto, i colpevoli. Mi ha fatto riflettere nuovamente sulla pena di morte, cosa che ho fatto comunque spesso e che mi rende felice di essere italiana, perché qui è stata abolita ormai da circa un secolo. I crimini sono stati efferati e insensati e mi manca il respiro nel pensare alle vite spezzate di due giovanissimi ragazzi, ma Capote fa riflettere anche sulla giustizia o meno del condannare a morte i colpevoli, che spesso provengono a loro volta da situazioni difficili e di abusi. Un romanzo che è un pugno allo stomaco, una grande verità che ha messo a dura prova anche l'emotività dello scrittore dello stesso, che secondo me non dovrebbe mancare nel nostro bagaglio di libri letti.
Il libro:
"Il 15 novembre 1959, nella cittadina di Holcomb, in Kansas, un proprietario terriero, sua moglie e i loro due figli vengono trovati brutalmente assassinati: sangue ovunque, cavi telefonici tagliati e solo pochi dollari rubati. A capo dell'inchiesta c'è l'agente Alvin Dewey, ma tutto ciò che ha sono due impronte, quattro corpi e molte domande. Truman Capote si reca sul luogo dell'omicidio con la sua amica d'infanzia, la scrittrice Harper Lee, e, mentre ricostruisce l'accaduto, le indagini che portano alla cattura, il processo e infine l'esecuzione dei colpevoli Perry Smith e Dick Hickcock, esplora le circostanze di questo terribile crimine e l'effetto che ha avuto sulle persone coinvolte, scavando nella natura più profonda della violenza americana. Non appena il reportage viene pubblicato, prima a puntate sul «New Yorker» nel 1965 e in volume l'anno successivo, Truman Capote diventa una vera celebrità e le vendite si impennano, così come gli inviti ai party più esclusivi e ai salotti televisivi. Ancora oggi, A sangue freddo viene considerato da molti il libro che ha dato origine a un nuovo genere letterario, un'opera rivoluzionaria e affascinante, una combinazione unica di abilità giornalistica e potere immaginativo."