lunedì 4 luglio 2016

Sociologia generale- stratificazione sociale.

La stratificazione sociale è un sistema di disuguaglianze strutturate tra gruppi sociali. È così possibile concepire la società come costituita da ‘strati’ ordinati gerarchicamente, dove i privilegiati stanno in alto e i meno privilegiati in basso. La stratificazione sociale può essere determinata da diversi fattori: risorse economiche; genere; età; appartenenza religiosa; prestigio; potere.

Si possono distinguere 4 sistemi fondamentali di stratificazione delle società umane:

schiavitù: forma estrema di disuguaglianza, gli individui sono “posseduti” da altri come loro proprietà;

casta: associata alle culture del sub-continente indiano e alla credenza induista della reincarnazione, chi disattende i doveri della propria casta si troverà in una posizione inferiore nella vita successiva;

ceto: caratteristico del feudalesimo europeo, i ceti feudali erano formati da strati con doveri e diritti diversi;

classe: vasto gruppo di individui che condividono lo stesso tipo di risorse economiche, le quali influiscono sulle loro condizioni di vita.

Karl Marx e la struttura di classe.

Una classe è un gruppo di individui che condivide un determinato rapporto con i mezzi di produzione, mezzi con cui si provvede al proprio sostentamento. Nel corso della storia si sono sempre opposte due classi principali in base ai differenti mezzi di produzione e ai differenti rapporti di produzione caratteristici del periodo storico. Il rapporto tra classi è sempre stato un rapporto di sfruttamento.

La teoria di Max Weber.

Le dimensioni della stratificazione sociale sono:

la classe: si fonda sulla posizione di mercato, possesso dei mezzi di produzione + capacità e credenziali professionali (es. qualifiche, titoli di studio);

lo status (o ceto): si fonda su differenze sociali relative all’onore o al prestigio, viene riconosciuto attraverso lo stile di vita (abbigliamento, abitazione, modo di parlare ecc.);

il partito: gruppo di individui che operano insieme in virtù di origini, obiettivi o interessi comuni.

Classe e status non necessariamente coincidono. Né lo status, né il partito possono essere ridotti alle divisioni di classe.

Nelle società occidentali contemporanee è possibile distinguere la: classe superiore, classe media, classe operaia, sottoproletariato.

La mobilità sociale è data dai movimenti di individui e gruppi tra diverse posizioni socioeconomiche. È possibile distinguerla in:

mobilità verticale: movimento verso l’alto o verso il basso nella scala delle posizioni socioeconomiche;

mobilità orizzontale: movimento geografico attraverso quartieri, città, regioni e paesi;

mobilità ascendente: si ha quando un individuo o un gruppo guadagna in ricchezza, reddito, status ecc.;

mobilità discendente: si ha quando un individuo o un gruppo subisce una perdita di ricchezza, reddito, status ecc.

I canali di mobilità, sono i fattori tramite i quali è possibile mutare posizione.

La mobilità discendente, seppur meno frequente di quella ascendente, rimane un fenomeno diffuso.

I principali fattori della mobilità discendente sono: l’insorgere di problemi e disturbi psicologici; la disoccupazione; le ristrutturazioni aziendali; i tagli occupazionali; il divorzio (soprattutto per le donne).

Povertà (situazione di de-privazione di risorse materiali, utili per vivere e partecipare alla società): è definita povera una famiglia il cui reddito o la cui spesa per consumi, si pone sotto una (variabile storicamente, culturalmente e socialmente) soglia di povertà. Esistono tre criteri fondamentali per definire la soglia: assoluto; relativo e soggettivo.

Criterio assoluto: la soglia è definita rispetto ad un paniere minimo di beni sufficiente ad assicurare la sopravvivenza della famiglia; la povertà assoluta è definita come incapacità ad acquisire tale paniere.

Criterio relativo: la soglia è definita in base allo standard di vita medio della società considerata. Di norma lo standard è definito come una quota (pari di solito al 60%) del valore medio o mediano dei redditi equivalenti familiari; la povertà relativa è la condizione in cui si trovano tutte le persone che eguagliano o sono al di sotto di questa soglia.

Criterio soggettivo: la soglia è definita a quel livello di reddito che le famiglie considerano necessario per garantire uno standard minimo di benessere.



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