Si possono distinguere 4 sistemi fondamentali di stratificazione delle società umane:
schiavitù: forma estrema di disuguaglianza, gli individui sono “posseduti” da altri come loro proprietà;
casta: associata alle culture del sub-continente indiano e alla credenza induista della reincarnazione, chi disattende i doveri della propria casta si troverà in una posizione inferiore nella vita successiva;
ceto: caratteristico del feudalesimo europeo, i ceti feudali erano formati da strati con doveri e diritti diversi;
classe: vasto gruppo di individui che condividono lo stesso tipo di risorse economiche, le quali influiscono sulle loro condizioni di vita.
Karl Marx e la struttura di classe.
Una classe è un gruppo di individui che condivide un determinato rapporto con i mezzi di produzione, mezzi con cui si provvede al proprio sostentamento. Nel corso della storia si sono sempre opposte due classi principali in base ai differenti mezzi di produzione e ai differenti rapporti di produzione caratteristici del periodo storico. Il rapporto tra classi è sempre stato un rapporto di sfruttamento.
La teoria di Max Weber.
Le dimensioni della stratificazione sociale sono:
la classe: si fonda sulla posizione di mercato, possesso dei mezzi di produzione + capacità e credenziali professionali (es. qualifiche, titoli di studio);
lo status (o ceto): si fonda su differenze sociali relative all’onore o al prestigio, viene riconosciuto attraverso lo stile di vita (abbigliamento, abitazione, modo di parlare ecc.);
il partito: gruppo di individui che operano insieme in virtù di origini, obiettivi o interessi comuni.
Classe e status non necessariamente coincidono. Né lo status, né il partito possono essere ridotti alle divisioni di classe.
Nelle società occidentali contemporanee è possibile distinguere la: classe superiore, classe media, classe operaia, sottoproletariato.
La mobilità sociale è data dai movimenti di individui e gruppi tra diverse posizioni socioeconomiche. È possibile distinguerla in:
mobilità verticale: movimento verso l’alto o verso il basso nella scala delle posizioni socioeconomiche;
mobilità orizzontale: movimento geografico attraverso quartieri, città, regioni e paesi;
mobilità ascendente: si ha quando un individuo o un gruppo guadagna in ricchezza, reddito, status ecc.;
mobilità discendente: si ha quando un individuo o un gruppo subisce una perdita di ricchezza, reddito, status ecc.
I canali di mobilità, sono i fattori tramite i quali è possibile mutare posizione.
La mobilità discendente, seppur meno frequente di quella ascendente, rimane un fenomeno diffuso.
I principali fattori della mobilità discendente sono: l’insorgere di problemi e disturbi psicologici; la disoccupazione; le ristrutturazioni aziendali; i tagli occupazionali; il divorzio (soprattutto per le donne).
Povertà (situazione di de-privazione di risorse materiali, utili per vivere e partecipare alla società): è definita povera una famiglia il cui reddito o la cui spesa per consumi, si pone sotto una (variabile storicamente, culturalmente e socialmente) soglia di povertà. Esistono tre criteri fondamentali per definire la soglia: assoluto; relativo e soggettivo.
Criterio assoluto: la soglia è definita rispetto ad un paniere minimo di beni sufficiente ad assicurare la sopravvivenza della famiglia; la povertà assoluta è definita come incapacità ad acquisire tale paniere.
Criterio relativo: la soglia è definita in base allo standard di vita medio della società considerata. Di norma lo standard è definito come una quota (pari di solito al 60%) del valore medio o mediano dei redditi equivalenti familiari; la povertà relativa è la condizione in cui si trovano tutte le persone che eguagliano o sono al di sotto di questa soglia.
Criterio soggettivo: la soglia è definita a quel livello di reddito che le famiglie considerano necessario per garantire uno standard minimo di benessere.
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