martedì 12 novembre 2013

Noi siamo infinito, film.

Ho avuto modo di rivedere Noi siamo infinito. Avevo già visto il film poco dopo la sua uscita e letto il libro, che è uno tra i miei preferiti, precedentemente. Riguardano il film mi sono soffermata maggiormente sulle frasi che già conoscevo e sulla sensazione di malinconia emanata.
Sam definisce il suo gruppo di amici "l'isola dei giocattoli difettosi", che è un po' quello che siamo tutti, delle entità imperfette, stravolte, frammentarie.
Patrick chiede in lacrime perché non possiamo salvare tutti, ricordandoci che nella vita ad ogni vincitore corrisponde un vinto.
E poi la celebre frase, che riassume tutto il film, pronunciata dal professore di letteratura di Charlie: "Accettiamo l'amore che pensiamo di meritare". È così reale e non si tratta solo di amore romantico, ma anche anche di amore per noi stessi. Talvolta ci facciamo del male solo perché crediamo di dover ricevere solo questo.
Il titolo originale del libro e del film è The perks of being a wallflower, letteralmente "i vantaggi di fare da tappezzeria", o, come il primo titolo in italiano del libro, "Ragazzo da parete", e rappresenta tutto ciò che è Charlie. Un ragazzo che sta lì a guardare e a studiare le persone, le interiorizza, le capisce, ma ha paura ad esporsi.
Apprezzo molto la storia rappresentata perché è reale, tutto ciò che subiscono i protagonisti non è inventato, succede davvero, possiamo relazionarci con loro.


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