Lo scorso 6 aprile ha debuttato su Netflix la seconda stagione della serie tv spagnola La casa di carta, il cui titolo originale è La casa de papel.
Alla fine della prima parte avevamo lasciato i protagonisti in un momento piuttosto difficile, in cui tutto sembrava perduto e troviamo questo clima anche all'inizio della seconda stagione. I sequestratori sembrano trovarsi all'inizio della fine, con il professore che rischia di essere arrestato in più di un'occasione. Tuttavia, la loro forza e la loro capacità di essere "la Resistenza" non li fa perdere d'animo e sembra che non tutto sia perduto.
Questa stagione conserva il ritmo incalzante della prima parte e non sono riuscita ad evitare di guardarla quasi tutta d'un fiato in un giorno e mezzo. Quando tutto sembra senza speranza, ecco ancora una volta che le grandi capacità e la fortuna del Professore escono fuori, mentre la banda sembra sempre più audace, seppur con alcune perdite importante.
Risulta difficile non versare qualche lacrima e al tempo stesso essere felici per questi personaggi che, inevitabilmente, ti entrano dentro e, per un po', iniziano a fare parte della tua quotidianità. È importante la riflessione sul denaro e sul concetto di furto, dato il clima di crisi economica e di magheggi da parte delle istituzioni che viviamo ormai da anni. Interessante anche l'utilizzo, per noi spettatori italiani, della canzone Bella ciao come theme dello show.
Sembra esclusa la possibilità di una terza stagione e io tendo ad essere d'accordo, perché verrebbe a perdersi il ritmo e lo stile che ha caratterizzato queste prime due parti. Forse sarebbe interessante un episodio speciale, solo per conoscere le sorti dei personaggi.
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