Ho terminato la lettura de La verità di Amelia, romanzo d'esordio di Kimberly McCreight.
«Non è da lei». Mentre si fa largo tra i passanti, Kate Baron ripensa
incredula alla telefonata che l’ha costretta a lasciare una riunione
decisiva per la sua carriera: dopo essere stata scoperta a copiare, sua
figlia Amelia è stata sospesa con effetto immediato dal preside della
Grace Hall, uno degli istituti privati più esclusivi di New York. «Non è
da lei», continua a ripetersi Kate, finché non si trova davanti a una
scena sconvolgente. L’ingresso della scuola è bloccato da un cordone di
agenti di polizia, vigili del fuoco e paramedici. E la causa è proprio
sua figlia. Per la vergogna, Amelia si è suicidata, lanciandosi dal
tetto dell’edificio. Col suo mondo ormai in pezzi, Kate si chiude in un
bozzolo di dolore e sensi di colpa, ma alcuni giorni dopo la tragedia
riceve un inquietante SMS anonimo: «Amelia non si è buttata». Cosa
significa? Possibile che la verità sia diversa da quella sostenuta dalle
autorità scolastiche? Possibile che ci sia un’altra verità? Kate deve
saperlo. Deve raccogliere le forze e scandagliare la vita della figlia,
una vita segnata da ombre e segreti di cui lei neppure sospettava
l’esistenza. E, a poco a poco, una domanda inizia a tormentarla. Chi era
veramente Amelia? Solo trovando la risposta, Kate potrà rendere
giustizia alla figlia. Solo così riuscirà a porterà alla luce la verità
di Amelia.
L'autrice alterna la narrazione in terza persona della vita di Kate dopo la morte della figlia, quella in prima persona della stessa Amelia dei suoi ultimi mesi di vita, pagine di diario, blog, scambi di sms, stati e commenti su facebook. Un miscuglio di stili indovinato, poiché la narrativa dovrebbe essere anche specchio del nostro tempo.
Kate è una madre single, poco presente a casa a causa del lavoro, ma che quando c'è tenta di dare il massimo, che rappresenta la maggior parte dei genitori. Amelia è una ragazzina che deve fare i conti con i problemi tipici degli adolescenti, ma resta anche invischiata in una rete malsana dalla quale tenta di uscire in tutti i modi.
Una narrazione accattivante, circa 400 pagine consumate in pochi giorni, che portano ad una riflessione sul ruolo di genitore e sulla vita in generale, con, forse, solo un po' troppa aspettiva creata dal passaparola.
venerdì 29 agosto 2014
giovedì 28 agosto 2014
Il giardino degli incontri segreti, Lucinda Riley- Recensione.
Ho terminato la lettura de Il giardino degli incontri segreti, di Lucinda Riley.
Da bambina Julia Forrester ha trascorso molte ore felici nell'incantevole tenuta di Wharton Park, dove suo nonno coltivava con passione le specie più rare ed esotiche di fiori. Quando un terribile incidente sconvolge la sua vita, Julia, ormai bella e affermata pianista, torna istintivamente nei luoghi della sua infanzia, nella speranza che la aiutino a capire che direzione prendere, come è avvenuto in passato. Da poco, la tenuta di Wharton Park è stata rilevata dall'affascinante e ribelle Kit Crawford, che durante i lavori di ristrutturazione ha trovato un diario datato 1940, forse appartenuto al nonno di Julia. E mentre con l'avanzare dell'inverno la tensione tra Julia e Kit cresce di ora in ora, Julia si rivolge alla nonna Elsie per scoprire quale verità si nasconda dietro quelle pagine annotate. Ed è così che un terribile segreto sepolto per anni viene alla luce, un segreto potente, che ha quasi distrutto Wharton Park e che è destinato a cambiare per sempre anche la vita di Julia.
Una narrazione che si snoda per settant'anni, che mostra il fascino dei luoghi: prima della gelida Inghilterra, poi della vitale Thailandia ed, infine, della moderna Francia. Julia, dopo una tragedia che le ha sconvolto l'esistenza, deve rimettere insieme i pezzi ed andare avanti, per questo ha bisogno dell'aiuto di sua nonna Elsie per recuperare il suo passato, così da assicurarsi un futuro. Tema importante è anche l'amore, quello per la famigllia o per il partner capace di stravolgere in meglio o in peggio la vita delle persone coinvolte. Poco più di 600 pagine che si leggono piacevolmente, con, però, alcuni colpi di scena che l'autrice avrebe potuto evitare, poiché ininfluenti ai fini della storia.
Da bambina Julia Forrester ha trascorso molte ore felici nell'incantevole tenuta di Wharton Park, dove suo nonno coltivava con passione le specie più rare ed esotiche di fiori. Quando un terribile incidente sconvolge la sua vita, Julia, ormai bella e affermata pianista, torna istintivamente nei luoghi della sua infanzia, nella speranza che la aiutino a capire che direzione prendere, come è avvenuto in passato. Da poco, la tenuta di Wharton Park è stata rilevata dall'affascinante e ribelle Kit Crawford, che durante i lavori di ristrutturazione ha trovato un diario datato 1940, forse appartenuto al nonno di Julia. E mentre con l'avanzare dell'inverno la tensione tra Julia e Kit cresce di ora in ora, Julia si rivolge alla nonna Elsie per scoprire quale verità si nasconda dietro quelle pagine annotate. Ed è così che un terribile segreto sepolto per anni viene alla luce, un segreto potente, che ha quasi distrutto Wharton Park e che è destinato a cambiare per sempre anche la vita di Julia.
Una narrazione che si snoda per settant'anni, che mostra il fascino dei luoghi: prima della gelida Inghilterra, poi della vitale Thailandia ed, infine, della moderna Francia. Julia, dopo una tragedia che le ha sconvolto l'esistenza, deve rimettere insieme i pezzi ed andare avanti, per questo ha bisogno dell'aiuto di sua nonna Elsie per recuperare il suo passato, così da assicurarsi un futuro. Tema importante è anche l'amore, quello per la famigllia o per il partner capace di stravolgere in meglio o in peggio la vita delle persone coinvolte. Poco più di 600 pagine che si leggono piacevolmente, con, però, alcuni colpi di scena che l'autrice avrebe potuto evitare, poiché ininfluenti ai fini della storia.
lunedì 18 agosto 2014
Il Labirinto, James Dashner- Recensione.
Ho terminato la lettura de Il Labirinto, primo romanzo della trilogia The Maze Runner di James Dashner.
Thomas è un ragazzo come tanti, ma un giorno si risveglia in un ascensore che lo ha portato in un universo parallelo. Non ricorda come ci sia arrivato, né alcun particolare del suo passato, a eccezione del proprio nome di battesimo. È circondato da altri ragazzi, tutti nelle sue stesse condizioni. Quando le porte dell’ascensore si aprono, Thomas viene accolto da alcuni ragazzi che gli danno il benvenuto nel Glade, un ampio spazio limitato da mura di pietra. Come Thomas, anche i Gladers non sanno come siano finiti in questo spazio, e l’unica cosa certa è che ogni mattina le porte di pietra all’inizio del labirinto che li circonda vengono aperte, mentre la notte si chiudono. Ben presto i ragazzi elaborano l’organizzazione di una società ben ordinata e disciplinata dai Custodi, dove si svolgono riunioni dei consigli e vigono regole rigorose per mantenere l’ordine. Ogni trenta giorni qualcuno si aggiunge a loro dopo essersi risvegliato nell’ascensore. Il mistero si infittisce un giorno quando – senza che nessuno se lo aspettasse – arriva una ragazza. È la prima ragazza che abbia mai fatto la propria comparsa in quel mondo, ed è il messaggio che porta con sé a stupire, più della sua stessa presenza. In assenza di altri mezzi visibili di fuga, il labirinto sembra essere l’unica speranza del gruppo.Ho terminato la lettura de Il Labirinto, primo romanzo della trilogia The Maze Runner, di James Dashner.
Thomas non è come gli altri. Quando arriva nella radura non trascorre le prime settimane a piangere e a sentirsi spaesato come gli altri. È subito coraggioso, vuole esplorare il labirinto, vuole scappare.
La storia scorre veloce e giungere al finale non risulta assolutamente faticoso, anzi, quasi si desidera che il tutto duri di più.
Il Labirinto è sicuramente un precursore di tante serie distopiche che sono state pubblicate negli ultimi anni, quindi assolutamente da leggere.
Leggerò sicuramente gli altri due romanzi della trilogia. (Il terzo uscirà in Italia tra circa 10 giorni: il 28 agosto).
Thomas è un ragazzo come tanti, ma un giorno si risveglia in un ascensore che lo ha portato in un universo parallelo. Non ricorda come ci sia arrivato, né alcun particolare del suo passato, a eccezione del proprio nome di battesimo. È circondato da altri ragazzi, tutti nelle sue stesse condizioni. Quando le porte dell’ascensore si aprono, Thomas viene accolto da alcuni ragazzi che gli danno il benvenuto nel Glade, un ampio spazio limitato da mura di pietra. Come Thomas, anche i Gladers non sanno come siano finiti in questo spazio, e l’unica cosa certa è che ogni mattina le porte di pietra all’inizio del labirinto che li circonda vengono aperte, mentre la notte si chiudono. Ben presto i ragazzi elaborano l’organizzazione di una società ben ordinata e disciplinata dai Custodi, dove si svolgono riunioni dei consigli e vigono regole rigorose per mantenere l’ordine. Ogni trenta giorni qualcuno si aggiunge a loro dopo essersi risvegliato nell’ascensore. Il mistero si infittisce un giorno quando – senza che nessuno se lo aspettasse – arriva una ragazza. È la prima ragazza che abbia mai fatto la propria comparsa in quel mondo, ed è il messaggio che porta con sé a stupire, più della sua stessa presenza. In assenza di altri mezzi visibili di fuga, il labirinto sembra essere l’unica speranza del gruppo.Ho terminato la lettura de Il Labirinto, primo romanzo della trilogia The Maze Runner, di James Dashner.
Thomas non è come gli altri. Quando arriva nella radura non trascorre le prime settimane a piangere e a sentirsi spaesato come gli altri. È subito coraggioso, vuole esplorare il labirinto, vuole scappare.
La storia scorre veloce e giungere al finale non risulta assolutamente faticoso, anzi, quasi si desidera che il tutto duri di più.
Il Labirinto è sicuramente un precursore di tante serie distopiche che sono state pubblicate negli ultimi anni, quindi assolutamente da leggere.
Leggerò sicuramente gli altri due romanzi della trilogia. (Il terzo uscirà in Italia tra circa 10 giorni: il 28 agosto).
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