Lo scorso febbraio avevo recuperato, su Rai Play, la miniserie Passeggeri Notturni, liberamente ispirata all'omonimo romanzo di Gianrico Carofiglio. Dato che mi aveva appassionata parecchio, ho deciso di leggere anche il libro. Presa da altre letture e da altre cose da fare, sono riuscita a recuperarlo solamente adesso. I racconti sono un po' diversi dalla storia raccontata nella serie e sono slegati tra loro, anche se ne conservano l'essenza e alcuni eventi salienti, però, tutto sommato, si tratta di una lettura piacevole e molto scorrevole, che mi ha fatto compagnia durante una serata.
Il libro:
"Voci che risuonano nell'oscurità di vagoni semivuoti, lampi che scaturiscono da frammenti di conversazione, profumi nascosti negli anfratti della memoria. I titoli di questa singolare raccolta – trenta scritti di tre pagine ciascuno – rappresentano di volta in volta un genere diverso, in un susseguirsi di aneddoti, brevi saggi, racconti fulminei. Li popolano soprattutto figure femminili sfuggenti e indimenticabili, mentre a vicende drammatiche, o amare, si alternano situazioni comiche, sempre in un gioco di specchi tra realtà e finzione. A tenere tutto insieme, come in un mosaico, è una scrittura tersa quanto l’aria notturna, capace di svelare le verità celate nei dettagli dell’esistenza con una magistrale economia di parole.
«Un monaco incontrò un giorno un maestro zen e, volendo metterlo in imbarazzo, gli domandò: “Senza parole e senza silenzio, sai dirmi che cos'è la realtà?” Il maestro gli diede un pugno in faccia»."
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