Continua il club del libro a cui sto partecipando e come terzo libro è stato scelto Le intermittenze della morte dello scrittore portoghese José Saramago. Stavolta, ha vinto un libro che ho votato anche io, quindi mi ha fatto ancora più piacere come scelta. Conoscevo Saramago solo di nome, ma non avevo ancora mai letto qualcosa di suo ed è stato una piacevole scoperta. Lo stile narrativo è molto particolare e scorrevole e si "ri-amando" l'utilizzo della terza persona. La storia non segue un vero e proprio protagonista unico, ma la protagonista è la cittadina immaginaria con i suoi abitanti e, tra le righe, è possibile riconoscere i pensieri di Saramago sulla religione, sulla morte e sulla società, temi, stando alle analisi che ho letto, molto presenti nella sua narrativa. Verso la metà del libro assistiamo alla personificazione della morte, rappresentata come una giovane donna sulla quarantina, che sembra sempre più vicina ai sentimenti e alle vicende umane.
Il libro:
"Un paese senza nome, 31 dicembre, scocca la mezzanotte. E arriva l'eternità, nella forma più semplice e quindi più inaspettata: nessuno muore più. La gioia è grande, la massima angoscia dell'umanità sembra sgominata per sempre. Ma non è tutto così semplice: chi sulla morte faceva affari per esempio perde la sua fonte di reddito. E cosa ne sarà della chiesa, ora che non c'è più uno spauracchio e non serve più nessuna resurrezione? I problemi, come si vede, sono tanti e complessi. Ma la morte, con fattezze di donna, segue i suoi imprendibili ragionamenti: dopo sette mesi annuncia, con una lettera scritta a mano, affidata a una busta viola e diretta ai media, che sta per riprendere il suo usuale lavoro, fedele all'impegno di rinnovamento dell'umanità che la vede da sempre protagonista. Da lì in poi le lettere viola partono con cadenza regolare e raggiungono i loro sfortunati (o fortunati?) destinatari, che tornano a morire come si conviene. Ma un violoncellista, dopo che la lettera a lui indirizzata è stata rinviata al mittente per tre volte, costringe la morte a bussare alla sua porta per consegnarla di persona."
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