Lo scorso venerdì 19 maggio ha debuttato sulla piattaforma Netflix la seconda stagione di Tredici, la serie tv la cui prima parte era stata tratta dall'omonimo romanzo di Jay Asher del 2007. Questa seconda stagione segue il processo da parte dei genitori di Hannah alla scuola, con le varie testimonianze dei ragazzi e Clay che sembra soffrire sempre di più di allucinazioni, non riuscendo a separarsi dal ricordo dell'amata ragazza morta e dai sensi di colpa.
Inizialmente non ero d'accordo con la scelta di continuare la serie, considerando il libro come autoconclusivo, e in parte è successo ciò che temevo, cioè che fossero un po' snaturati la storia e il personaggio di Hannah. Infatti non mi sono piaciuti alcuni particolari, come anche il modo in cui è stato approfondito il personaggio di Tony e alcune scene violente, messe quasi soltanto per sorprendere lo spettatore durante le battute finali. Nonostante ciò, però, se questa stagione viene vista come un qualcosa a sé, non in relazione al libro, ha alcuni particolari a suo favore, come il focus sul bullismo, la depressione e lo stupro (abbastanza in linea con la recente campagna me too) che nel libro non erano stati approfonditi o, forse, presi in considerazione. Se avete visto e apprezzato la prima parte. è comunque un seguito da vedere.
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