Robert Langdon, il professore di simbologia di Harvard, è il protagonista di un'avventura che si svolge in Italia, incentrata su uno dei capolavori più complessi e abissali della letteratura di ogni tempo: l'"Inferno" di Dante. Langdon combatte contro un terribile avversario e affronta un misterioso enigma che lo proietta in uno scenario fatto di arte classica, passaggi segreti e scienze futuristiche. Addentrandosi nelle oscure pieghe del poema dantesco, Langdon si lancia alla ricerca di risposte e deve decidere di chi fidarsi... prima che il mondo cambi irrimediabilmente.
Dan Brown ha mostrato tutte le sue conoscenze ed abilità di storico dell'arte, ma non ha saputo miscelarle adeguatamente alla storia. In poco più di 500 pagine gli avvenimenti sono pochi, alcuni capitoli ripetitivi e i riferimenti a Dante, che dovrebbero essere presenti nella maggior parte della narrazione, come suggerito dal titolo e dal profilo del poeta fiorentino posto in copertina, sono messi in secondo piano dalla teoria malthusiana, che è invece il tema centrale intorno al quale ruotano le azioni dei personaggi. Le situazioni tendono ad essere inverosimili, il finale è condensato in una manciata di pagine e non è del tutto soddisfacente. Avrebbe potuto fare di meglio.
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